Sarebbe ottima cosa che ci fossero studiosi capaci di analizzare criticamente, demistificando oppure verificando le affermazioni sospette delle diverse propagande e del continuo bombardamento pubblicitario.
Nietzsche deplora l’epoca in cui “il sentimento del mito si estingue e al suo posto subentra la pretesa della religione alla fondatezza storica” (La nascita dela tragedia capitolo 10).
Il mito si associa tante volte alla poesia, però tante altre volte è impiegato quale strumento di catechismi menzogneri.
Ben prima di Tucidide (460-404 ca) che dichiara di escludere il mito dalla sua Storia in uno dei capitoli metodologici (I, 22, 4), Ecateo di Mileto (555-485) fa alcuni tentativi di razionalizzazione dei miti.
Ecateo scrisse una Descrizione della terra in due libri (Perihvghsi~ o Perivodo~ gh'~ ) e le Genealogie (Genealogivai) in quattro libri. Ne abbiamo frammmenti
In uno di questi di questi (Frg. Hist. 1 F 26) l’autore cerca di rendere verosimile una fatica di Eracle.
Il mito narrava che l’eroe dorico sottrasse le vacche del sole a Gerione portandole dall’estremo occidente a Micene. Ebbene Ecateo sostiene che il figlio di Alcmena non fu mandato ejpi; nh'son tina JEruvqeian e[xw th'~ megavlh~ qalavssh~, in un’isola Eritia oltre il grande mare, cioè nell’Oceano, ma che Gerione fu un re della terraferma nella regione dell’Ambracia e che di là Eracle condusse via i buoi, compiendo comunque un’impresa non ordinaria (oujde; tou'to fau'lon, FgrHist 1 F 26).
Per indicare un’altra razionalizzazione di Ecateo mi avvalgo della testimonianza di Pausania (119-180) il quale descrive il promontorio Tenaro, il capo più meridionale del Peloponneso[1], e ricorda che secondo alcuni poeti greci Eracle portò su il cane dell’Ade passando per questa via, benché il tutto sia poco credibile. “ jAlla; jEkatai'o~ me;n oJ Milhvsio~ lovgon eu|ren eijkovta, o[fin fhvsa~ ejpi; Tainavrw/ trafh'nai deinovn, klhqh'nai de ; {Aidou kuvna ”, ma Ecateo di Mileto trovò una spiegazione verosimile affermando che sul Tenaro viveva un terribile serpente, e che veniva chiamato “cane di Ade”. Questo nome era dovuto al fatto che chiunque ne fosse stato morso moriva immediatamente per effetto del veleno. Ecateo dunque dice che fu questo serpente ad essere portato da Eracle a Euristeo ( Pausania, II sec. d. C., Periegesi della Grecia, III, 25, 3-6).
Credo che i migliori studiosi di oggi sarebbero meritevoli di ascolto attento se impiegassero il loro sapere per togliere alcune maschere bugiarde ai mimi e alle mime dell’informazione che ogni giorno diffondono falsità, miti negativi e deleteri per chi non ha gli strumenti culturali necessari a praticare la critica. Io ci provo e con questo post chiedo aiuto perché da solo non posso raggiungere tutte le persone che vorrei. Eripiatur persona, maneat res!
Bologna 16 marzo 2023 giovanni ghiselli
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