NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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martedì 28 marzo 2023

il borghese e l'oro.

Il borghese in Pasolini, don Milani e Gorki.

 Maledizioni dell’oro In Platone, Shakespeare, Marx

Leggiamo Pier Paolo Pasolini con il suo anatema contro la cultura pragmatica, priva di carità che è poi quella borghese: “io per borghesia non intendo tanto una classe sociale quanto una vera e propria malattia. Una malattia molto contagiosa: tanto è vero che essa ha contagiato quasi tutti coloro che la combattono: dagli operai settentrionali, agli operai immigrati dal Sud, ai borghesi all’opposizione, ai “soli” (come son io). Il borghese - diciamolo spiritosamente – è un vampiro, che non sta in pace finché non morde sul collo la sua vittima per il puro, semplice e naturale gusto di vederla diventar pallida, triste, brutta, devitalizzata, contorta, corrotta, inquieta, piena di senso di colpa, calcolatrice, aggressiva, terroristica, come lui.[1]

 

Quindi don Lorenzo Milani: Una classe che non ha esitato a scatenare il fascismo, il razzismo, la guerra, la disoccupazione. Se occorresse “cambiare tutto perché non cambi nulla” non esiterà a abbracciare il comunismo”[2].

 

 Il rivoluzionario Maksim Gorj’ ki

Nel romanzo La madre (del 1906) Pavel, il figlio dice: “E’ proprio così, madre! Voi avete afferrato per le corna il toro della storia (…) Sono proprio questi omuncoli panciuti i colpevoli principali e gli insetti più velenosi che pungono il popolo. I francesi li chiamano con un’indovinata definizione, borghesi. Ricordatevelo bene, mamaša, borghesi, ci succhiano e ci divorano (…) se l’uomo viene avvelenato con l’oro, la sua anima diventa fiacca, meschina, senza vita, come una palla di gomma da cinque copechi (capitolo XXIII)

 

Altri autori contro l’oro

Nella Politeiva di Platone, Socrate dice che i guardiani-fuvlake~- non devono avere una oujsiva ijdiva, sostanza propria (416d) se non strettamente necessaria. Alla loro oi[khsiς kai; tamiei'on, abitazione e dispensa, deve potere accedere chiunque voglia.

Abbiano  il necessario sostentamento, solo quanto abbisogni ad ajqlhtai; polevmou temperanti e coraggiosi (416 e). Devono vivere in comune, frequentando pasti comuni sussivtia, oro e argento l’hanno nell’anima e non hanno bisogno di quello umano per il quale sono accadute molte empie cose (polla; kai; ajnovsia), mentre il metallo che hanno nell’anima è puro.

 

Sentiamo Shakespeare

This yellow slave-will knit and break religion- lo schiavo giallo unirà e spezzerà religioni, bless the accursed, benedirà I maledetti, make the hoar leprosy adored, farà adorare la lebbra canuta, place thieves, darà posti ai ladri e titoli genuflessioni e approvazioni con i senatori nei banchi del senato and give them title, knee and approbation with senators on the bench (Timone di Atene, IV, 3, 35-38)

 Dunque l’oro è  " the common whore-allied to polish kurwa lat. carus loving diletto e costoso- of mankind, comune bagascia del genere umano"; l'universale mezzana " (IV, 3, 43) che semina discordia tra la marmaglia delle nazioni.

 

Infine Karl Marx il quale commenta Shakespeare scrivendo che nel denaro il grande drammaturgo inglese rileva:"la divinità visibile, la trasformazione di tutte le caratteristiche umane e naturali nel loro contrario, la confusione universale e l'universale rovesciamento delle cose"[3].

 

Bologna 28 marzo 2023 giovanni ghiselli

p. s.

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[1] P- P. Pasolini, Il caos, p. 39.

[2] La frase fra virgolette è nel romanzo “Il Gattopardo”. La dice un principe siciliano all’arrivo dei garibaldini (1860). Poi fa il garibaldino anche lui e così non perde né i soldi né il potere.  Scuola di Barbiana. Lettera a una professoressa, p. 74.

[3] Manoscritti economico-filosofici del 1844, p. 154.

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