Leggo questi due titoli nella prima pagina del quotidiano “la Repubblica” di oggi”.
Fuga dai licei
Ad anno in corso
“L’ansia
Devasta i ragazzi”
Segue un articolo a pagina 21 di Bernacchia e Giannoli
Il secondo titolo è questo
“Prigionieri
del mito perverso
del successo”.
L’articolo di Mariapia Veladiano è a pagina 26
Sull’ansia che devasta i ragazzi dico che questa è spesso motivata dall’inadeguatezza degli adulti rispetto al loro ruolo di genitori, insegnanti, dirigenti, governanti. Il bambino e l’adolescente hanno bisogno di guide sicure e rette.
I ragazzi, ci ricorda Orazio, quando giocano, dicono: sarai re se farai bene.
"at pueri ludentes 'Rex eris ' aiunt/ 'si recte facies" [1]
Quando vedono le incertezze e le contraddizioni di chi dovrebbe guidarli in modo retto, entrano in crisi. Questa è la mia risposta, molto sintetica al problema dell’ansia.
Quanto al mito del successo, questo non è sempre perverso.
Il successo è autentico quando uno realizza se stesso e attua il monito di Pindaro: “diventa quello che sei”- gevnoio oi|o~ ejssiv" (Pitica II v. 72). Il successo perverso è adeguarsi al conformismo del “così dicono tutti, così fan tutti”, anche se non piace perché è detto e fatto male da tutti.
Aggiungo che qui a Bologna sono stati occupati dagli studenti i licei Minghetti, Copernico e Sabin.
Ne scrive a pagina 2 della cronaca locale Marco Bettazzi.
Trascrivo le prime righe: “Chiedono una scuola che non sia una “gabbia” dove ci si sente in competizione, se la prendono con il ministro Valditara “autoritario repressivo e reazionario” e con un governo che stanzia fondi per la guerra e non per l’istruzione”.
Rispondo che la scuola quando è gabbia va ristrutturato in un a[sulo~, un luogo esente da suvlh, sequestro, dove non è lecito spogliare sula`n il ragazzo della sua creatività per farne un mediocre.
Quanto al ministro autoritario, personalmente rimpiango quelli invece autorevoli di una volta, quali Tullio De Mauro e Francesco De Sanctis. L’autorevolezza deriva dall’ottima preparazione, dalla vasta cultura e dalla buona educazione.
I fondi destinati alla guerra, ricordo, vengono sottratti non solo all’istruzione e alla cultura ma anche alla medicina, ossia alla salute e soprattutto a quella dei non abbienti.
A questo proposito rivolgo una richiesta a Papa Francesco che viene curato con molti riguardi, come è giusto. Sarebbe bello e giusto che il Pontefice rivolgesse un appello ai medici, agli infermieri e ai politici d’Italia perché anche i poveri potessero fruire di cure efficienti, tempestive e premurose tanto quelle prodigate a Bergoglio.
Bologna 30 marzo 2023 ore 16, 35. giovanni ghiselli
p. s
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