Le donne che mi stanno a cuore sopra tutte.
Sul finire della giornata lavorativa anche io voglio ricordare con simpatia e compassione, cioè condivisione di sofferenza, alcune donne.
Non quelle in carriera menzionate o celebrate da altri ma le ragazze che non possono studiare perché povere, e ancora di più le donne cui non si permette nemmeno di vivere. Quelle ammazzate da uomini criminali che giustamente vengono ricordate anche da altri, e quelle che invece nessuno ha nemmeno menzionato in queste giornate luttuose: le bambine, le loro mamme, zie, nonne lasciate morire in mare insieme con i padri e i fratelli senza che nessuno si sia mosso per salvarle né avere chiesto perdono per non averle aiutate a sopravvivere. Anzi è ancora in carica un ministro che è arrivato a colpevolizzare i morti. I media lamentano che poche donne diventino ministre, parlamentari, dirigenti e così via.
Io invece sono accorato per quelle che non riescono a mandare nelle scuole buone le figlie e i figli, che non arrivano a pagare l’affitto di un’abitazione decente, che non possono garantire a sé stesse e ai propri familiari una vita sana e pienamente umana.
Queste non le ricorda nessuno perché sono zavorra, “carichi residuali” come l’onorevole ministro ha definito tanti profughi in fuga dalla miseria e dalla guerra.
Bologna 8 marzo 2023 ore 19, 26
giovanni ghiselli
p. s.
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