Le Elene nostre ci vengono ancora incontro sorridendo fluttuanti

Le Elene nostre ci vengono ancora incontro sorridendo fluttuanti.
 
Abbiamo amato molto, e studiato ancora di più e gareggiato per vincere e insegnato educando alla bellezza, alla forza, alla bontà: tutto questo per sostituire alla mediocrità della vita biologicamente e mediocremente vissuta dai mortali infelici la grandezza e lo splendore dei nostri sogni e di quelli dei nostri autori.
 
 Leopardi che ha potuto amare e gareggiare molto meno ma ha studiato anche più e ha pure influenzato tante persone, sente la vita come male e scrive che tale dolore si può attenuare attraverso il non sentire la vita:"E un individuo...allora è più felice quando meno ei sente la sua vita e se stesso; dunque in una ebbrietà letargica...Ed allora solo sì l'uomo, sì il vivente è e può essere pienamente felice, cioè pienamente non infelice e privo d'infelicità positiva, quando ei non sente in niun modo la vita, cioè nel sonno, letargo, svenimento totale, negl'istanti che precedono la morte" (Zibaldone, 3848).
 
E allora: perché ci siamo adoperati tanto per dare la caccia a tutte le possibili Elene che ci hanno fatto amare la vita al punto che dovunque guardiamo le vediamo ancora venirci incontro sorridendo fluttuanti in dolce sensualità? Perché abbiamo passato giornate, mesi e anni sui libri buoni rinunciando ad altre attività meno significative, perché abbiamo gareggiato con gli altri, o in solitudine con noi stessi, su  piane ventose, da quella di Maratona a quella Padana, e su montagne erte dallo Stelvio, al Parnaso all’Olimpo spremendo tutte le forze mentali e corporèe fino all’ultima goccia per non cedere mai?
Per non mortificarci in una vita priva di significati, emozioni, atti di forza e bellezza: per non fare la muffa in quella vita mentita, una vita non vita che vedevamo vissuta da troppi e che ci ha fatto rabbrividire fin dall’infanzia.

Dunque non si tratta come suggerisce Leopardi di  non sentire la vita, bensì di sentirla e amarla con tutte le forze che abbiamo.

Bologna 13 marzo 2023 ore 17, 58

 giovanni ghiselli

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