Nella Prefazione Posteriore a La filosofia nell’età tragica dei Greci (inverno 1874-1875; la prima prefazione è del 1873) Nietzsche scrive:“ Questo tentativo di raccontare la storia dei più antichi filosofi greci si distingue da altri per la sua brevità (…) Con tre aneddoti è possibile dare l’immagine di un uomo: io cerco di mettere in risalto, in ogni sistema, tre aneddoti, e sacrifico il resto”.
Così termina questa seconda .
Parole di significato simile usa Plutarco (47-127 circa) nella prefazione alle Vite parallele di Alessandro e Cesare.
Leggiamole:“Scrivendo in questo libro la vita di Alessandro il re, e quella di Cesare dal quale fu disfatto Pompeo, per la gran massa delle azioni che ci stanno davanti, nient'altro diremo come prefazione se non chiedere ai lettori di non accusarci se riferiamo non ogni cosa, né compiutamente in particolare ognuno dei fatti famosi, ma sintetizzandone la massima parte.
Del resto nelle azioni più famose è in ogni caso insita una manifestazione di virtù o di vizio, ma un'azione breve, spesso, e una parola e una battuta danno un'immagine del carattere più che battaglie con innumerevoli morti e schieramenti di eserciti enormi e assedi di città.
Come dunque i pittori colgono le somiglianze dal volto e dalle espressioni dello sguardo nelle quali si mostra il carattere, mentre delle parti restanti si prendono pochissima cura, così a noi si deve concedere di penetrare piuttosto nei segni dell'anima- hjmi`n dotevon eij~ ta th`~ yuch`~ shmei`a ma`llon ejnduvesqai, e attraverso questi rappresentare la vita di ciascuno, lasciando ad altri le grandezze e le contese” (Vita di Alessandro, I, 1-3).
Attualizziamo e universalizziamo. Ogni persona intelligente è un semiologo: coglie i segni -shmei`a- rivelatori dell’anima, del carattere, delle intenzioni.
Da quelle degli uomini a quelle del tempo.
Chi non sa o non vuole farlo si perde in chiacchiere confuse o si dilunga in esse appositamente per confondere, e inganna, e annoia chi non si lascia ingannare. Dunque dobbiamo imparare poi insegnare a cogliere i segni forieri dei significati delle persone, delle cose, degli eventi. Ai politici non può mancare il talento shmeiwtikov~
Nella Storia di Tucidide Temistocle è il politico che ha in alto grado questa dote. Egli "oijkeiva/ xunevsei" appunto, con la sua facoltà di capire, era "tw'n te paracrh'ma di j ejlacivsth" boulh'" kravtisto" gnwvmwn", ottimo giudice della situazione presente attraverso un rapidissimo esame" e "tw'n mellovntwn ejpi; plei'ston tou' genhsomevnou a[risto" eijkasthv"" (I, 138, 3), e ottimo a congetturare il futuro per ampio raggio quello che sarebbe accaduto. Prevedeva benissimo i danni o i vantaggi quando erano ancora avvolti nell’oscurità: “tov te a[meinon h] cei'ron ejn tw/' ajfanei' e[ti proewvra malista”.
Ora stiamo correndo il rischio di precipitare in una guerra mondiale ancora più distruttiva delle precedenti e nelle chiacchiere bolse di politici e giornalisti si mena il can per l’aia o addirittura si fa propaganda all’inasprimento del conflitto in malafede sperando di trarne sei vantaggi, o in buona fede per stupidità.
Avvenne già quando si preparava la guerra in Iraq con le armi e le menzogne. Ma questa volta le conseguenze sarebbero molto peggiori. Per tutti, noi compresi. La maggior parte degli Italiani lo ha capito ma la maggioranza dei parlamentari e dei giornalisti non ne tiene conto, contando piuttosto di meritare prebende provenienti da altre parti.
Bologna 30 marzo 2023 ore 10, 12
giovanni ghiselli
p. s.
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