Dieci minuti dopo l’anestesia, il gentile odontoiatra con il trapano vorticoso forò due denti della fanciulla che poi sputò del sangue e, se pure non sentì molto male per via dell’iniezione, dolorosa comunque, rimase così sbigottita che non poté trattenere qualche lacrima di compassione per sé.
La osservavo pensando: “probabilmente ogni uomo, persino il più avventurato, almeno una volta nel corso pur rapido di sua vita mortale, subisce una lacerazione cruenta nel corpo, destinato per giunta alla putrefazione, e sanguina e sente dolore; la vita però ci promette, e spesso mantiene, tanti momenti di gioia: prima di tutto l’amore quando nasce e cresce simultaneamente in due anime affini, poi l’apprendimento, l’educazione ottenuta e donata, lo sport agonistico e no.
Se fai il calcolo del meno e del più ricordando il male e il bene: le botte, le ferite, le umiliazioni, le ingiustizie, le cattiverie, le calunnie subite da una parte, e dall’altra l’amore contraccambiato con reciproca felicità, il bene che fai e ti fanno, la giustizia che rendi e ottieni, il bello che crei, ispiri e ricevi con mutua beatitudine, il vero che cerchi e trovi e riveli, ebbene il risultato è positivo, se la coscienza non si è macchiata di grossi delitti e non hai commesso errori irreversibili. Sicché vivere tutto sommato vale la pena. Le perdite vengono compensate sempre, abbondantemente, finché viviamo. Poi, chi lo sa. Né Lucrezio né Dante.
Se perderò Ifigenia, vorrà dire che non ho altro da darle e che da lei ho già ricevuto quanto una tale bellezza poteva donarmi perché accrescessi la mia potenza e la mia volontà di fare del bene."
Insomma lì dal dentista rinnovellai le speranze.
Bologna 2 dicembre 2020 ore 18
tempo da lupi
giovanni ghiselli
p.s.
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