Rispondo alle critiche garbate, quelle prive di insulti.
Riconosco che la Carrà qualche cosa, come ballare, sapeva fare e anche piuttosto bene. Ma come apriva bocca era ordinaria quando non anche peggio. Comunque a me quel tipo di donna non è mai piaciuta.
E credo di essere libero di criticarne l’agiografia.
Ripeto che mi è spiaciuto che sia morta perché la sua figura suscita in me tanti ricordi e nessi con il passato.
Tuttavia era un modello opposto rispetto alle donne di mio gusto: dotate di educazione accademica e sensibilità umana.
Donne riflessive, dal parlare sommesso ma ricco di logos e di pathos.
La Carrà ha aperto la strada alla ciancia gridata, all’egoismo, al menefreghismo dei più.
Vero è che si sarà sottoposta a una dura disciplina pure lei per fare quello che è riuscita a fare bene. Ma lo ha fatto solo per se stessa.
Io a una donna siffatta preferisco la persona riflessiva, colta, misurata nel parlare e capace di ascoltare.
In conclusione non credo che Raffaella Carrà abbia accresciuto moralmente o intellettualmente alcuno dei suoi spettatori.
A chi mi ha riempito di insulti non mi curo di rispondere. Ho altro, e di meglio, da fare.
Oggi ho ripreso il mio corso sui classici in Shakespeare e sabato terrò una lezione on line in questo convegno
HEREDITAS - Macchine del Tempo, Equilibri(smi) ex-Machina”, che si terrà online (via zoom) in data 10 luglio 2021, ore 11.00–13:00
Parlerò del deus ex machina delle tragedie greche, di Odisseo polyméchanos e dell’amechanía di Giasone. Poi del film Il grande dittatore di Chaplin con il discorso finale del barbiere il quale afferma che abbiamo soprattutto bisogno di umanità e di gentilezza. Oggi ne soffro la mancanza più che mai
Bologna 6 luglio 2021 ore 21, 2
p. s.
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