NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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domenica 18 luglio 2021

Enrico VIII. Atto II prima scena- Buckingham, Socrate e le leggi.

 



 

Le ultime parole di Buckingham: alla legge non porto rancore per la mia morte ( The law I bear –ferre- fevrein-no malice--malus-malitia malevolenza- for my death (II, 1, 62).

 

 

cfr. Socrate nel Critone di Platone.

 

Nel Critone troviamo esposta da Socrate la celebre prosopopea “ la più alta idea che il Greco si sia formata delle leggi laiche quasi divinizzate…il testo platonico serba un altissimo interesse perché c’insegna a qual genere di rispetto uno spirito elevato si sentisse obbligato anche verso leggi giudicate cattive. Chi viola la legge distrugge, per quanto sta in suo potere, la Città. Lo Stato non può sussistere, se le sentenze in esso pronunciate restano senza efficacia, e anzi da privati cittadini sono fatte vane e distrutte. Bisogna osservarle, anche se ingiuste: ché il cittadino è tenuto a obbedire alle leggi in virtù di un patto inviolabile. Esso è debitore della sua nascita e della sua educazione allo Stato e alle leggi[1].

 

Nel dialogo platonico le leggi personificate parlano al vecchio educatore condannato a morte e lo esortano a uscire dalla vita dando retta a loro che sono le sue nutrici:"peiqovmeno" hJmi'n toi'" soi'" trofeu'si", 54b., e  non sono state loro a  offenderlo. (hjdikhmevno~ a[peioujc uJf j  hJmw`n tw`n novmwn ajlla; uJp j ajnqrwvpwn” 54c). Te ne vai offeso non da noi leggi ma dagli uomini . Se evadi, come ti suggerisce Critone[2], reagisci a un’ ingiustizia con un’altra ingiustizia, offendendo te stesso, la tua famiglia, il tuo paese e noi. Sicché noi ti saremmo ostili finché vivi e anche le nostre sorelle dell’Ade non ti accoglieranno benevolmente oiJ hJmevteroi ajdelfoi; oiJ ejn    [Adou oujk eujmenw`~ se uJpodevxontai, sapendo che hai alzato le mani su di noi per ucciderci (54d).

Socrate dice di sentire questa voce come i coribanti che credono di sentire i flauti.

 

T. Mann scrive che c’è in Nietzsche una “sopravvalutazione coribantica” [3]. della vita istintiva, mentre Nietzsche sostiene che Socrate reprime sempre l’istinto con la razionalità, o meglio che il suo istinto lo tira indietro invece di spingerlo avanti. Nel Critone si vede che l’istinto lo induce a morire.

Un altro punto cruciale di questo dialogo è la noncuranza di Socrate per quello che pensa la gente comune, la massa che non ha il criterio del bene e del male e vive oujdeni; xu;n nw`/ (48c): “quella ti ammazza e magari, potendo, ti farebbe risorgere”.

 

Edward duca  di Buckingham ricorda che suo padre Enrico first raised head against usurping-usurpare, usu rapere, fare proprio, si sollevò per primo contro l’usurpatore - Richard  (II, 1, 106-107) e venne tradito da un suo vassallo. Enrico VII (1485- 1509)  ha reintegrato il figlio Edward  ma anche lui è stato tradito ed Enrico VIII (1509-1547)  lo strappa dal mondo. Tuttavia  il processo, riconosce, è stato condotto in maniera nobile e lui è a little happier  (120) del padre.

 

giovanni ghiselli

 

 



[1] G. Glotz, La città greca, p. 124.

[2] Gli aveva detto swvqhti (44b) salvati.

Critone dice che per lui la morte di Socrate sarà ouj miva sumforav, non una sola disgrazia. Oltre il dolore ci sarà il biasimo della gente. Ma Socrate ribatte che l’opinione dei più non deve preoccuparlo, poiché oiJ polloiv non sono capaci di fare né il male né il bene ma agiscono a casaccio (poiou`si de; tou`to o[ti a}n tuvcwsi (44d). Critone risponde che farlo evadere è un rischio ma lui e gli altri amici ritengono giusto rischiare.

 

[3] T. Mann, Nobiltà dello spirito, p. 824.. Ovviamente “ il suo” di Nietzsche.

 

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