giovedì 22 luglio 2021

Contro le metamorfosi porcine.

 


 

Cicerone nelle Tusculanae  ricorda  un celebre brano della Settima lettera (326bc): quello in cui Platone descrive i vizi della corte di Siracusa.

 

 

Si tratta delle parole con le quali il filosofo ateniese disapprova  il tenore di vita dei Siracusani: giunto per la prima volta (nel 388 a. C.)  in Italia e in Sicilia non gli pacque quel  vivere riempiendosi due volte al giorno-div" te th`" hJmevra" ejmpiplavmenon zh`n e non dormire mai solo la notte-kai; mhdepote koimwvmenon movnon nuvktwr-  e altrettali abitudini che escludono sapienza e temperanza (326 b-c).

Cicerone dunque traduce: “nullo modo mihi placuit: bis in diem saturum fieri nec umquam pernoctare solum, ceteraque quae comitentur huic vitae, in qua sapiens nemo efficietur unquam, moderatus vero multo minus (Tusculanarum Disputationum, V, 35).

 

Cicerone poco prima racconta che Dionisio I di Siracusa una volta pranzò a Sparta e disse che il piatto principale degli spartani quel famoso brodo nero non gli era piaciuto- “negavit se iure illo nigro, quod cenae caput erat, delectatum”.

Allora il cuoco gli disse: “minime mirum; condimenta enim defuerunt”, niente di strano, mancava il condimento

Dionisio domandò quale sarebbe? E il cuoco: “Labor in venatu, sudor, cursus ad Eurotam, fames, sitis; his enim rebus Lacedaemoniorum epulae condiuntur” (V, 34), la fatica nella caccia, il sudore,  la corsa lungo l’Eurota, la fame, la sete, difatti con questi ingredienti si condiscono i pranzi degli Spartani.

Questo  era un brodetto nero (zwmov" in greco)  malfamato fuori da Sparta.

 

Senofonte racconta che Socrate si avvicinava al cibo solo se aveva il condimento dell’appetito. Il maestro suo e di Platone diceva che Circe di fatto trasformava gli uomini in porci facendoli mangiare troppo e che Odisseo aveva saputo trattenersi dal riempirsi oltre sazietà: dia; tau`ta ouj genevsqai u|n, per questo non era diventato un maiale (Memorabili, I, 3, 5)   

 

Bologna 22 luglio 2022  ore 19, 33

giovanni ghiselli

p. s

ancora un poco di lavoro mentale, poi andrò a meritarmi la cena prima con la bicicletta poi con un film all’aperto. Cenerò tardi senza gonfiarmi.

 

Il Giulio Cesare di Shakespere sospetta degli uomini snelli come Cassio e Bruto  che infatti lo ammazzeranno. Io sospetto piuttosto dei grassi. Chi non rispetta se stesso tanto meno può rispettare gli altri. Non credete?

 

 

 

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