NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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lunedì 19 luglio 2021

Enrico VIII, per il corso alla Primo Levi.

 


 

Atto III, seconda  scena. Wolsey ed Enrico VIII; Seneca e Nerone

 

C’è un gruppo di nobili che congiura contro Wolsey

Il Lord ciambellano lo teme. Dice che bisogna interdirgli l’accesso al re poiché la  lingua del cardinale è stregata quando  parla al sovrano (III, 2, 19).  

Ma Norfolk replica che quel suo incantesimo è finito. Il  doppio gioco è ormai scoperto. Il re ha trovato una lettera di Wolsey al Papa dove il cardinale gli chiede di sospendere la decisione sul divorzio menzionando l’affection  (35) di Enrico con Anne Bullen. Il re del resto l’ha già sposata. Il gran Siniscalco Duke Suffolk dice che Anne è una splendida creatura di perfetta armonia fisica e spirituale. Darà a questo paese un memorabile dono di Dio (50-52). Ovviamente Elisabetta che proteggerà Shakespeare, poeta protetto.

 : wasps-vespa- that buzz about his nose-nasus-nares- (III, 2, 55), vespe che ronzano il naso del re e sono pronte a pungere, dice Lord Suffolk, High Steward, Gran Siniscalco, ma questa delle lettere al Papa sarà la prima puntura a trafiggere. Intanto Campeggio è tornato a Roma insalutato ospite per riferire la volontà del cardinale

Entrano Wolsey e Thomas Cromwell seguace di Wolsey. Cromwell esce e

Wolsey  a parte mormora contro Anna Bolena. Vorrebbe che il re sposasse la sorella del re di Francia. Ci vuole altro che un bel viso! (88)

Wolsey aggiunge che la dama di compagnia di Caterina, Anna Bolena,  sta diventando the queen’s queen,  la regina della regina (95)

 this candle-candela-candēre essere incandescente- burns no clear, I must snuff it, la candela  brucia facendo fumo, devo soffiarci sopra (96)

 Nella letteratura antica la candela che fa fumo è un segno sinistramente ominoso (nozze di Orfeo- Euridice in Ovidio, e di Psiche e Cupido in Apuleio).

 

 Anna è una luterana arrabbiata, dice Wolsey. Poi c’è l’arcieretico Thomas Cranmer che si è insinuato nel favore del re (102) . E’ il padre fondatore della Chiesa anglicana. Verrà fatto mettere sul rogo nel 1556 da Maria la Cattolica

Entra il re che  ha aperto gli occhi su Wolsey e dice che i suoi pensieri sono al di sotto della luna his thinkings are below the moon-mhvnh-luna come divinità (III, 2, 134). Insomma sono pensieri mondani che si muovono in ambiti indegni di un profondo meditare

Quali cumuli di ricchezze ha saputo ammassare nelle sue mani! (III, 2, 107-108)

I due parlano e il re dice, al cardinale che cerca di scusarsi: ben detto con un tono ironico

 

Wolsey fa: le parole vanno appaiate alle belle azioni.

 

EnricoVIII:, ben detto di nuovo,  dire bene è una specie di fare bene: “’Tis well said again,

 and ‘tis a kind of good deed to say well” , ( Enrico VIII, 3, 2, 153)

 

Platone nel Fedone scrive che parlare male fa male all’anima.

Lo afferma Socrate  nel Fedone :" euj ga;r i[sqia[riste Krivtwn, to; mh; kalw'" levgein ouj movnon eij" aujto; tou'to plhmmelev"[1], ajlla; kai; kakovn ti ejmpoiei' tai'" yucai'"" (115 e), sappi bene…ottimo Critone che il non parlare bene non è solo una stonatura in sé, ma mette anche del male nelle anime.

 

Eppure continua Enrico, le parole non sono azioni- and yet words are not deeds (154) 

Il re quindi rinfaccia al cardinale tutti i benefici, i favori e i beni che gli ha accordato.

Wolsey si dichiara pover’uomo immeritevole poor undeserver (III, 2, 175) e continua a professare lealtà, ma Enrico gli passa le lettere che lo sbugiardano e le carte che documentano le sue immense ricchezze, quindi esce guardando il cardinale con un’occhiataccia

Wolsey parlando tra sé dice che si sta affrettando verso il tramonto dopo avere superato lo Zenith.

I have touched the highest point-punctum- of all my greatness (III, 2, 223)

Vorrebbe cadere come una luminosa metora nella sera.

I suoi nemici lo circondano contenti di vederne la caduta.  The earl of Surrey suocero di Buckingham lo chiama thou scarlet sin (III, 2, 255), tu peccatore scarlatto (di nuovo Bucci) . Lo accusa di avere calunniato il duca

 Norfolk gli intima di restituire il gran Sigillo e di considerarsi agli arresti.  

  Wolsey oppone resistenza e contrattacca proclamando la sua fedeltà al re.

Surrey incoraggia gli altri a non lasciarsi ingannare e insultare da quello straccio di porpora. I nobili riempiono il cardinale di accuse: avidità ambizione, attribuzione a se stesso di denaro e poteri.

Il Ciabellano ne prova pietà. Suffolk annuncia a Wolsey anche la confisca di tutti i beni.

Quindi escono. Wolsey rimane solo e parla a se stesso.

 

  

Wolsey constata, come Ecuba nelle Troiane di Euripide la vanità della pompa e della gloria del mondo

Vain pomp and glory of this world I hate ye, io vi odio (III, 2, 365)

O quanto disgraziato il poveraccio che si attacca al favore dei principi! O, how wretched-is that poor man that hangs on princes’s favours ! (366-367).

Tra il sorriso (smile-meidiavw) dei principi e il loro rovinoso potere ci sono più spasimi e terrori di quanti ne provino le donne e ne infliggano le guerre (369-370).

E’ il distacco enorme tra il palazzo e la piazza già denunciato da Guicciardini

Sentiamo ora un pensiero (141) tratto dai Ricordi di Guicciardini " la corruttela italiana codificata e innalzata a regola di vita[2]: “spesso tra il palazzo e la piazza è una nebbia sì folta o uno muro sì grosso che, non vi penetrando l'occhio degli uomini, tanto sa el popolo di quello che fa chi governa o della ragione perché lo fa, quanto delle cose che fanno in India".

 

 

 

Quando il favorito cade,  cade come Lucifero, per non sperare più ( and when he falls, he falls like Lucifer,-never to hope again, III, 2, 371-372).

 

Entra Cromwell e Wolsey gli dice  che ora conosce se stesso e prova una pace che trascende ogni pompa terrena. The king has cured me (380) il re mi ha guarito. Ancora il tw`/ pavqei mavqo".

Il fardello degli onori è troppo pesante per uno che aspiri al cielo: fa affondare (384-385)

Cromwell gli dice che al suo posto è stato nominato Cancelliere Sir Thomas More. Verrà decapitato nel 1540.

E’ un uomo dotto  he’s a learned man (395) dice Wolsey e gli augura ogni bene

Thomas Cromwell è stato nominato arcivescovo di Canterbury  (401).

Il re ha sposato lady Ann. E’ lei dice Wolsey che mi ha fatto cadere (408)

Wolsey consiglia a Cromwell di rimanere fedele al re. Wolsey gli chiede di ricordarlo come maestro I taught thee 434. Gli consiglia di sbarazzarsi dell’ambizione: il peccato che ha degradato gli angeli in demoni  (421)

 

 

 

Seneca cade in disgrazia nel 62 quando muore Burro che viene sostituito da Nerone con Tigellino.

 I nemici del filosofo lo denigravano parlando con l’imperatore : lo accusavano di avidità che gli aveva fatto accumulare ricchezze eccessive, e  di criticare Nerone stesso come auriga e attore (Annales XIV, 52)

Seneca  non ignaro di quelle accuse e accortosi della freddezza del discepolo imperiale, chiede un’udienza: tempus sermoni orat (53) e gli dice: da 14 anni ti seguo, da otto sei al potere e nel frattempo tantum honorum atque opum in me cumulasti ut nihil felicitati meae desit nisi moderatio eius, se non il moderarla.

 Io ho potuto offrirti in cambio niente più quam studia in umbra educata. Tu invece mi hai circondato di immenso favore e smisurata ricchezza  At tu gratiam immensam , innumeram pecuniam circumdedisti, al punto che mi chiedevo come avevo fatto io provinciali loco ortus (Cordova) e essere contato tra i primi di Roma. Ho avuto anche troppo, e l’unica giustificazione è che non potevo rifiutare i tuoi onori,

Ma ora la misura dei doni è colma cetera invidiam augent  (54), quello che supera i limiti accresce l’invidia. Non potendo più sostenere il peso di tante ricchezze cum opes meas ultra sustinere non possim, ti chiedo un sostegno: praesidium peto.  Gli chiede di poter riconsegnare i beni quorum fulgore praestringor (Annales, XIV,  54) che mi abbagliano con il loro splendore.

Voglio dedicare alla cura dello spirito il tempo che impiegavo per i giardini e le ville

Nerone risponde a Seneca che lui ha ricevuto dalla sua educazione di grande maestro molto più di quello che gli ha dato: “erga me munera aeterna erunt, mentre quae a me habes horti et faenus et villae casibus obnoxia sunt (XIV, 55) , i doni dati a me sono eterni, quelli avuti da me giardini, e ricchezze e ville sono esposti al caso

Nerone gli risponde con affetto lo abbraccia e lo bacia, ma Tacito dice maliziosamente che Nerone era factus natura et consuetudine exercĭtus velare odium fallacibus blanditiis (XIV, 56)

Quando rimane solo Wolsey dice che deplora e odia (I hate) la vain-vanus- pomp-pompa-pomphv- processione-  and glory-gloria- of this world  (365). E nello stesso tempo sente che il suo cuore rinasce

Disgraziato è chi dipende dal favore dei principi (cfr. Epitteto)

L’unico favore sicuro è quello che proviene dal proprio animo

 

Seneca maledice il potere.

Il regnum  secondo Seneca è un fallax bonum del quale non c'è da gioire: copre grande quantità di mali sotto un aspetto seducente:" Quisquamne regno gaudet? O fallax bonum/quantum malorum fronte quam blanda tegis"(Oedipus,vv.7-8), qualcuno gode del regno? O bene ingannevole, quanti mali copri sotto una facciata così lusinghiera!. Sono parole di Edipo che dà inizio al dramma descrivendo l'infuriare della pestilenza.

Per Seneca " per questo uomo di potere…il potere è un nucleo irriducibile di male-insieme fatto e subìto, avviluppato nelle rispondenze tra violenza oggettiva e angoscia soggettiva"[3].

Non solo nella tragedia il potere è malvisto da Seneca: nel De brevitate vitae troviamo l’immagine di Augusto che, come altri potenti, desidererebbe discendere dalla sua sommità: “cupiunt interim ex illo fastigio suo, si tuto liceat, descendere; nam, ut nihil extra lacessat aut quatiat, in se ipsa fortuna ruit " (4, 1, 2), desiderano talora discendere da quel culmine, se fosse possibile farlo senza pericolo; infatti posto che nulla dall'esterno la minacci o scuota, la fortuna implode da sola.

 Manzoni riprende il tovpo" della violenza del potere nell' Adelchi  quando il protagonista ferito consola il padre, il re dei Longobardi Desiderio sconfitto dai Franchi:"Godi che re non sei; godi che chiusa/all'oprar t'è ogni via: loco a gentile,/ad innocente opra non v'è: non resta/che far torto, o patirlo. Una feroce/ forza il mondo possiede, e fa nomarsi/Dritto.." (V, 8). E' il diritto del più forte.

Entra Thomas  Cromwell e Wolsey gli dice che l’eccesso di onori è un fardello troppo pesante per chi aspira al cielo. L’ambizione fu il peccato degli angeli caduti (III, 2, 441). Quindi gli dà il consiglio di sbarazzarsene.

 

Quindi il cardinale conclude così: “Ama te stesso dopo tutti gli altri- Love thyself last,  (III, 2, 443) abbi cari i cuori di chi ti odia.

Corruption wins no more than honesty (444), la corruzione non vince più dell’onestà. Se cadrai, lo farai da martire benedetto. Fai un inventario dei miei beni e falli avere tutto al re. Cromwell verrà decapitato nel 1540. era caduto in disgazia per avere consigliato al re il matrimonio disastroso con Anna di Cleves.

 Wolsey morì nell’abbazia di Leicester nel 1530.

 

 

giovanni ghselli

 

 

 

 



[1] Aggettivo formato da plhvn e mevlo~, contro il tono, contro il metro.

[2]F. De Sanctis, Storia della letteratura italiana , 2,  p. 107

[3] G. Paduano (a cura di), Edipo, p. 9

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