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HEREDITAS - Macchine del Tempo, Equilibri(smi) ex-Machina
online (via zoom) in data 10 luglio 2021, ore 11.00–13:00
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LA TRAGEDIA Il deus ex machina
Nell’esodo dell’ Oreste di Euripide si apprende che Elena non è stata uccisa ma assunta in cielo. Lo annuncia Apollo che, apparso quale ex machina, svela a Oreste e Menelao gli arcana del governo divino:"Io la salvai e la strappai dalla tua spada, dopo averne ricevuto l'ordine dal padre Zeus (1632-1633) . Infatti, come figlia del dio bisogna che viva eternamente; in compagnia di Castore e Polluce starà nelle volute dell’etere, salvezza per i marinai.
Quindi rivolto a Menelao, gli ordina:
“Tu prenditi un'altra sposa e tienila in casa poiché gli dèi con la bellezza di costei indussero a scontrarsi Elleni e Frigi e causarono molte morti, per togliere alla terra l'oltraggio della ridondante massa dei mortali"(Oreste , vv. 1638-1642).
Così conosciamo la causa della guerra[1], e vediamo che gli uomini muoiono per i piani degli dèi.
L'attore recitava davanti alla scena, ma in certi casi appariva sul suo culmine o, impersonando un dio, su un un tetto mobile (qeologei'on), o anche sospeso in aria da una specie di gru (mhcanhv), e in tal caso era il deus ex machina.
“Tra le convenzioni del teatro greci rientra anche l’uso di macchine.
Il più celebre di questi strumenti è senza dubbio la macchina del volo (mhcanhv o anche gevrano~= “gru”): un congegno fissato al suolo su un basamento al margine dell’orchestra , dotato di un lungo braccio mobile azionato per mezzo di funi e carrucole, alla cui estremità doveva essere agganciata una bardatura che serviva ad imbragare l’attore destinato ad essere sollevato in alto. Della mhcanhv si fa uso nel Prometeo[2] , ove Oceano compare in groppa ad un fantastico essere alato.
Della mechané Euripide si avvalse spesso per l’apparizione improvvisa e miracolosa di una divinità che interviene dall’alto a risolvere un conflitto drammatico altrimenti inestricabile. Una soluzione certamente sorprendente e di facile presa spettacolare, come dimostra il fatto che l’espressione qeo;~ ajpo; th`~ mhcanh`~ (=deus ex machina) divenne proverbiale: la prima attestazione è in Platone (Crat. 425d; Clitoph. 407a), e con ironia il comico Antifane[3] osserva che ai poeti tragici, quando essi non sanno più come sviluppare l’azione, basta alzare la gru così come si alza un dito, ed ecco che ogni loro problema è risolto (fr. 189 K.-A)”
Nel Filottete[5] il rientro dell'eroe ferito nell'armata dei Greci che l'avevano abbandonato a Lemno nella solitudine, e sono rappresentati dal subdolo Odisseo il quale con l'inganno vuole sottrargli le armi necessarie alla presa di Troia, avviene in seguito all'apparizione di Eracle che, disceso dal cielo quale deus ex machina , promette al protagonista la guarigione e il primo posto nell'esercito acheo (vv.1420 e sgg.).
Nell'Ifigenia fra i Tauri di Euripide, la dèa Atena, ex machina, sempre protettiva nei confronti di Oreste, lo salva dal re dei Tauri Toante, e ricorda:"L'ho già salvato nell'Areopago valutando i voti uguali e resterà quest'usanza che venga assolto chiunque prenda voti pari"( kai; novmism j e[stai tovde,-nika`n ijshvrei~ o{sti~ a]n yhvfou~ lavbh/), vv.1469-1472)[6].
Nietzsche: "Al posto della consolazione metafisica è subentrato il deus ex machina (…) L a serenità alessandrina è la serenità dell’uomo teoretico: essa mostra i medesimi segni caratteristici che ho or ora dedotti dallo spirito antidionisiaco –il combattere la sapienza e l’arte dionisiache; il cercar di dissolvere il mito; il porre al posto di una consolazione metafisica una consonanza teerena, anzi un proprio deus ex machina, ossia il dio delle macchine e dei crogiuoli, vale a dire le forze degli spiriti della natura riconosciute e impiegate al servizio dell’egoismo superiore, il credere a una correzione del mondo per mezzo del sapere, a una vita guidata dalla scienza" (La nascita della tragedia , capitolo 17).
giovanni ghiselli.
[1] Analoga eziologia della guerra di Troia si trova nell’Elena (vv. 36-41) e nell’Elettra di Euripide.
[2] Il Prometeo incatenato (molto probabilmente) di Eschilo
[3] Autore della cosiddetta “commedia di mezzo” che presentava spesso parodie mitologiche, utilizzando spesso episodi di tragedia di Euripide, come testimoniano alcuni titoli di Antifane: Medea, Baccanti, Elena. Ndr.
[5] Del 409 a. C.
[6] Siccome l'Artemide taurica esigeva sacrifici umani e
i figli di Agamennone, con Pilade, ne portano il simulacro in Grecia per ordine
di Apollo, Bachofen ne inferisce che Oreste "con il furto della statua
della dea porta a termine il suo compito. Da un lato uccide Clitennestra,
dall'altro sottomette Artemide alla legge superiore e mite di Apollo". E
conclude :"Non intendo discutere la storicità di questi singoli
avvenimenti: quel che è certo è che, nel ricordo degli uomini, si è conservata
l'idea che l'epoca del dominio femminile ha provocato sulla terra il
verificarsi degli eventi più sanguinosi"(op. cit., p. 92).
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