sabato 1 gennaio 2022

Luci e ombre del discorso di fine anno e fine mandato del presidente Sergio Mattarella

Il presidente auspica giustamente la solidarietà tra le persone ma non ne denuncia l’assenza.  

 

Elogia giustamente l’abnegazione di tanti sanitari che aiutano i malati senza però biasimare i primari e professori che vanno troppo spesso in televisione a fare previsioni troppo spesso sbagliate e non senza contraddizioni tra loro.

 

Ha notato con soddisfazione che noi Italiani siamo quasi tutti vaccinati ma ha taciuto il fatto che ogni inverno i contagi crescono: ieri, 31 dicembre 2021, sono stati 144243 con un tasso di positività dell’11, 8%  e 155 morti.

 

Ha elogiato la crescita dell’economia senza puntare l’indice accusatore sulle disuguaglianze interplanetarie tra i troppo ricchi e i troppo poveri. Da cristiano qual è, se non da politico, avrebbe dovuto farlo. Papa Bergoglio, vicario di Cristo, lo fa ogni giorno.

 

Mattarella ha auspicato l’unità istituzionale e morale senza deprecarne l’assenza date le disuguaglianze.

 

Buona la parte finale con le denunce della prepotenza del mercato, una tirannide sanguinaria a dirla tutta, della precarietà in tutti i sensi del lavoro e dei lavoratori, dell’insufficienza della scuola, della  crisi demografica.

Però non ne ha indicato le cause

Il difetto di questo saluto insomma è costituito dalle reticenze.

 

Credo comunque che rimpiangeremo quest’uomo mite, educato, di buona presenza. Un uomo non cattivo né ignorante ma spesso reticente appunto,

 

Bologna primo gennaio 2022, ore 9, 50. Buon anno a tutti

giovanni ghiselli

 

p. s.

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