sabato 6 febbraio 2021

Sporadico ottimismo di Euripide. Solitudine e narcisismo di questo tempo

Possiamo trovare una nota ottimistica nelle Supplici di Euripide, del 422, quando si profilava la pur malsicura pace di Nicia. Teseo, il re di Atene, confuta quanti sostengono che il male prevalga, e afferma che invece per gli uomini è maggiore il bene che il male. Se prevalesse il male non vivremmo nella calda luce del sole.
 Il re di Atene, paradigma mitico di Pericle, elogia quello tra gli dèi che ha regolato, reso ordinata la nostra vita da confusa e bestiale che era (ejk pefurmevnou[1] kai; qhriwvdou" ), innanzitutto infondendoci l’intelligenza- ejnqei;" suvnesin-, poi dandoci la lingua messaggera delle parole (glw`ssan lovgon douv"), in modo da rendere comprensibile  la voce (vv. 201-205).
 
Oggi molte persone parlano senza curarsi di rendere comprensibile quanto blaterano. Sanno che la loro chiacchiera non dice nulla di significativo, ma sono vaghi di ciance e devono emetterle in continuazione da bocche senza chiusura. Lo fanno in ogni momento, anche in solitudine mentre fissano il cellulare specchiandosi in quel brutto aggeggio che adorano perché ne dipendono. E’ l’individualismo del privato, la categoria antipolitica  che, celebrata in tutti i modi, è diventata narcisismo, la malattia  della peggiore solitudine che può spingere al crimine.
 
giovanni ghiselli
 



[1] Participio perfetto medio passivo di fuvrw, confondo. La confusione anche qui è emblema di male.

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