domenica 28 febbraio 2021

Odisseo-Ulisse è un personaggio variopinto, cioè rappresentato in maniera varia nei secoli

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Ingannevole è la sua riduzione a un solo individuo.
 
Si scrive tanto di Odisseo e l’ho fatto anche io: nel mio blog il pezzo Aspetti dell’uomo Ulisse ha avuto 32393 visite. Ebbene gli aspetti di quest’uomo sono tanti perché Odisseo-Ulisse  ha caratteristice diverse nei diversi testi che parlano di lui
Già l’Odisseo dell’Iliade non è  lo stesso uomo  protagonista eponimo dell’Odissea.
Poi le differenze ovviammente si accentuano con il cambiare degli autori.
Pindaro nell’ Istmica IV   denuncia l’oscurità del destino (v. 31), che fece cadere Aiace, puvrgo~[1] la torre, con gli artifici di chi valeva meno di lui, ma Omero gli ha reso onore tra gli uomini (all j   { Omhrov~ toi tetivmaken di j ajnqrwvpwn (v. 37).
Nella Nemea VIII il poeta tebano ricorda il torto subito da Aiace a[glwsso~ (v. 24), privo di eloquenza: sicché l’invidia poté mordere il suo valore e prevalse l’odioso discorso ingannevole di Odisseo. 
Tuttavia alla fine Aiace ebbe giustizia: “a’ generosi/giusta di glorie dispensiera è morte;/né senno astuto, né favor di regi/all’Itaco le spoglie ardue serbava,/ché alla poppa raminga le ritolse/l’onda incitata dagl’inferni Dei”[2] 
 
L’Odisseo di Sofocle ha fasi alterne nell’Aiace , mentre  è pessimo nel Filottete.
L’Odisseo di Euripide è un farabutto nell’Ecuba  nelle Troiane e nell’Ifigenia in Aulide.
Nel dramma satiresco Ciclope, di Euripide, quando Odisseo entra in scena definendosi Itacese, signore dei Cefalleni, Sileno replica: “oi\d j a[ndra, krovtalon drimuv, Sisuvfou gevno~” (vv. 103-104), conosco quel tipo, un sonaglio petulante, razza di Sisifo[3].
 
Platone ricorda Odisseo  nel mito di Er della Repubblica
L’anima di Odisseo, prese la sorte per ultimo e, guarito da ogni ambizione per il ricordo dei travagli precedenti, scelse la vita di un uomo privato e amante del quieto vivere ("bivon ajndro;" ijdiwvtou ajpravgmono"", Repubblica  620c).
La trovò messa da parte e negletta dagli altri, ma disse che l’avrebbe presa anche se avesse dovuto fare la scelta per primo.

L’Ulixes di Virgilio è un uomo  saevus , un hortator scelerum odiatissimo dai Troiani. Nelle Metamorfosi di Ovidio causò il suicidio di Aiace sottraendogli le armi di Achille. Allora invictum virum vicit dolor (XIII, 386). Aiace quindi si uccise e dalla terra arrossata nacque un fiore vermiglio come da Giacinto.

Nelle Troiane di Seneca Ulisse viene apostrofato dalla vedova di Ettore con queste parolr:"O machinator fraudis et scelerum artifex,/virtute cuius bellicā nemo occĭdit,/dolis et astu maleficae mentis iacent/etiam Pelasgi, vatem et insontes deos praetendis? Hoc est pectoris facinus tui " (vv. 750-754) o tessitore di frodi e artefice di inganni, per il cui valore in battaglia nessuno è morto, mentre per i tuoi inganni e l'astuzia della mente malefica giacciono morti anche i Pelasgi, ora metti avanti l'indovino e gli dèi incolpevoli? Questo è un delitto dell'animo tuo.
 
L’Ulisse di Dante è  inquietamente bramoso di conoscere come quello dell’Odissea.  
Inquieto è anche l’Ulysses di Alfred Tennyson (1809-1892): non  vuole rimanere come re neghittoso (an idle king) con un’antica consorte a pesare leggi ineguali a gente che ammucchia, che dome, che mangia, che non mi conosce. “I am a part of all that I have met” (v. 18), io sono una parte di tutto quello che ho incontrato. 
 
Gozzano ne fa una caricatura parodiando Dante:
“Il re di Tempeste[4] era un tale/che diede col vivere scempio/un ben deplorevole esempio/d’infedeltà maritale,/che visse a bordo d’un yacht/toccando tra liete brigate/le spiagge più frequentate/dalle famose cocottes…/ Già vecchio, rivolte le vele/al tetto un giorno lasciato,/fu accolto e fu perdonato/dalla consorte fedele…/Poteva trascorrere i suoi/ultimi giorni sereni,/contento degli ultimi beni/come si vive tra noi…/Ma né dolcezza di figlio,/né lagrime, né la pietà/del padre, né il debito amore/per la sua dolce metà/gli spensero dentro l’ardore/della speranza chimerica/e volse coi tardi compagni/cercando fortuna in America…/Non si può vivere senza/danari, molti danari…/Considerate, miei cari/compagni, la vostra semenza!” (L’ipotesi, vv. 11-138). 
l'Ulisse  di Joyce, è un uomo che ha molto sofferto anche se di formato non eroico: dopo un lungo girovagare per Dublino torna a casa[5] dalla moglie, sebbene adultera, da quella Molly che E. Pound interpreta come "Gea Tellus, simbolo della Terra... il suolo dal quale l'intelletto tenta di saltare via, e nel quale  ricade in saecula saeculorum".
 
Questa breve, sommaria rassegna mostra quanto sia ingannevole parlare di Ulisse come un personaggio unico e identificarlo con l’uomo che vuole andare su Marte. Che cosa ci andrebbe a fare? Non incontrerebbe creature viventi e parlanti da cui potere imparare e da poter raggirare.

 
 giovanni ghiselli

  

[1] Cfr. Odissea, XI, 556.
[2] Foscolo, Dei Sepolcri, vv. 221-225. 
[3] Secondo una leggenda  Anticlea, la madre di Odisseo, prima delle nozze con Laerte, avrebbe avuto una tresca con Sisifo, famoso per i suoi inganni,  e da questa relazione sarebbe nato Odisseo.
[4] E’ una citazione parodica di D’Annunzio : « Odimi » io gridai/sul clamor dei cari compagni/ « odimi, o Re di tempeste !” (Maia, IV)
[5] Cfr. il XVII episodio: “Itaca” la casa

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