Sette contro Tebe, Terme di Baia foto di Salvatore Pastore |
Il Coro dell’Antigone di Sofocle deplora la catastrofe della ragazza con queste parole: "Avanzando verso l'estremità dell'audacia,/hai urtato , contro l'eccelso trono della Giustizia,/creatura, con grave caduta,/ del resto sconti una colpa del padre" (vv. 853-856).
La donna e la terra. Una valutazione limitativa della donna
Confuto questa valutazione con degli argomenti e non dico come certune o certuni che i loro libri vanno buciati e gli autori impiccati in effigie o per lo meno censurati. Il maschilismo va combattuto conoscendone le radici anche culturali.
Una volta una cretina mi biasimò pubblicamente perché non avevo detto che non bisogna violentare le donne. Mi sembra una cosa così evidente in quanto racconto che non ho bisogno di dirlo. E’ la premessa e la conclusione dei miei discorsi.
“La sacra terra arata della madre”, ossia in questo contesto il ventre di Giocasta, seminato dal marito Laio poi dal figlio Edipo è una metafora agricola piuttosto diffusa.
J. J. Bachofen, l'autore di Das Mutterrecht, vede nel diritto materno quello fisico, e nel paterno il metafisico, in quanto "la donna è la terra stessa. La donna è il principio materiale, l'uomo è il principio spirituale (...) Platone nel Menesseno (238a) dice - non è la terra a imitare la donna, ma la donna a imitare la terra" (trad. it. ,antologica, Il potere femminile, pp.76-77).
Del resto non bisogna dimenticare che, se nel dialogo platonico citato dallo studioso svizzero, Platone precisamente scrive: "ouj ga;r gh' gunai'ka memivmhtai kuhvsei kai; gennhvsei ajlla; gunh; gh'n; "(non è la terra che ha imitato la donna nella gravidanza e nel parto, ma la donna la terra); nel Menone il filosofo ateniese afferma che tutta la natura è imparentata con se stessa(th'" fuvsew" aJpavsh" suggenou'" ou[sh" , 81d,), e, dunque, anche l'uomo è stretto parente della grande madre.
Mircea Eliade nel suo Trattato di storia delle religioni scrive: "L'assimilazione fra donna e solco arato, atto generatore e lavoro agricolo, è intuizione arcaica e molto diffusa"(p. 265). A sostegno di questa affermazione cita diversi testi, tra i quali l'Edipo re ( "pw'" poq aiJ patrw'/aiv s j a[loke" fevrein, tavla", si'g j ejdunavqhsan ej" tosonde;", vv. 1211-1213, come mai i solchi paterni- ossia già seminati dal padre- poterono, infelice, sopportarti fino a tanto in silenzio?), e le Trachinie (vv.30 e sgg.) dove Deianira lamenta l'assenteismo coniugale di Eracle il quale, come eroe, è impegnatissimo, ma come marito si comporta alla pari di un colono che, avendo preso un campo lontano, va a vederlo solo quando semina e miete, ossia un paio di volte all'anno. Per quanto riguarda l'identificazione più precisa della donna con il solco, Eliade cita il Codice di Manu (IX,33) dove sta scritto: "La donna può essere considerata come un campo; il maschio come il seme", e un proverbio finlandese che fa: "Le ragazze hanno il campo nel loro corpo". A queste testimonianze possono essere aggiunte altre, antiche e moderne, per mostrare quanto tale idea sia davvero diffusa nella mente umana, soprattutto in quella maschile.
giovanni ghiselli
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