domenica 28 febbraio 2021

Debrecen. Dopo Päivi. Capitolo IV. Nefertiti

anni 70 a Bologna
Il “disdegnoso gusto” dell’angoscia

 

Di questa donna mediterranea mi è rimasta impressa nell’anima una sola frase memorabile. Quel tardo pomeriggio dell’agosto del 1976 rientrai nella csárda con il volto più annuvolato del cielo che già iniziava a versare gocce sulla polvere nera, su oche, turisti, butteri e cavalli volti in fuga dalla pioggia e dalle minacce del cielo che venivano intensificandosi con tanto di lampi e di tuoni, mentre le mucche dagli umidi musi brucanti, i buoi dalle corna ritorte, gli smisurati maiali e i porcellotti tondi, edaci come i bambini obesi traviati da genitori grassi e dementi, continuavano a frugare il terreno in cerca di cibo.

Appena ebbi ripreso il mio posto accanto a lei, Nefertiti mi disse: “Tu, meschino, ti crogioli nell’angoscia con gusto perverso”

Risposi che il prossimo dotato di mente e di stile non mi ha mai indotto al disdegnoso gusto che certuni mi ispirano. Pensavo alle tre finniche dei primi anni Settanta che erano sì speciali, di una specialità , del resto, non del tutto rara in quegli anni. Li ricordo come l’età dell’oro di questa mia vita mortale. Sembra incredibile ora, ma allora erano, per così dire, anche di moda, almeno tra le persone educate e attente, la cortesia, l’aiuto reciproco, persino la benevolenza. Passò rapida, quell’età.

La fine per me fu segnata dall’epilogo tragico, non senza catastrofe, della storia di Päivi. Anche tu come Helena, come Kaisa, passasti.

Eravamo nell’autunno del 1974, se lo ricordi, lettore.

Per me quella dei primi anni Settanta non è stata una moda: ancora oggi gradisco solo i rapporti che conservano quell’impronta nobile e antica.

Gli altri non li sopporto più, sicché non cado più nell’angoscia che mi ha causato a lungo  la frequentazione di persone egoiste, arroganti, spietate o le radunanze obbligate con gli imbecilli.

 

Bologna 28 febbraio 2021 ore 18, 50

giovanni ghiselli

 

p. s.

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