giovedì 25 febbraio 2021

Barbara D’Urso e Nicola Zingaretti

Heidegger
In un bell’articolo di Michele Serra (“la Repubblica” 25 febbraio 2021, pagina 26) leggo che Nicola Zingaretti ha scritto un tweet in favore di Barbara d’Urso, 
la quale avrebbe “portato la voce della politica vicino alle persone”.
L’articolo di Serra si chiude con queste parole intelligenti: “Anche Zingaretti è popolare, e lo è oggettivamente. Ha una caterva di voti. Potrebbe fare senza D’Urso, che con tutto il rispetto incarna il livello più basso non solo della comunicazione politica , ma della comunicazione tout court. Perché non lo fa? Perché ha perduto, come la sinistra quasi al completo, la coscienza dei propri mezzi. Altro che “puzza sotto il naso”. E’ complessi d’inferiorità in piena regola”.
Approvato Serra senza riserve, aggiungo qualche cosa di mio.
 
La D’Urso  per me è inascoltabile: non parla politicamente né retoricamente. Nemmeno parla: chiacchiera rivolgendo lusinghe e ripetendo ovvietà.
Però la ascoltano in diversi perché non è inquietante.
 
Heidegger nella Introduzione alla metafisica commenta il primo stasimo dell’Antigone.
Ne traduco la prima strofe e la prima antistrofe: "Molte sono le cose inquietanti - polla; ta; deinav) e nessuna/è più inquietante dell'uomo - koujde;n ajnqrwvpou deinovteron pevlei)/ questo prodigio anche al di là del mare/canuto con l'austro tempestoso/procede (cwrei', v. 336), passando sotto/i flutti gonfi che si spalancano intorno, e tra le divinità,/la suprema, la Terra,/che non si consuma, che non si stanca, lui cerca di affaticare/quando vengono girati gli aratri, anno per anno/rivoltandola con la stirpe equina./ E la razza degli uccelli dalla mente/alata, circondando con maglie/di reti intrecciate/cattura, e le stirpi delle fiere selvatiche/e la progenie sprofondata nel mare,/l'uomo che sa pensare, e si impossessa/con i suoi mezzi della bestia/che dimora nei campi, che vaga sui monti, e il cavallo/dalla cervice crinita trascina sotto il giogo che cinge il collo/e il montano, infaticabile toro" (vv. 332-352).
 
Ebbene Heidegger traduce to; deinovn con  das Unheimliche, l’ inquietante.
"Noi concepiamo l'in-quietante (das Un-heimliche ) come quello che estromette dalla "tranquillità", ovverosia dal nostro elemento, dall'abituale, dal familiare, dalla sicurezza inconcussa"[1].
 
Renata Colorni preferisce “perturbante”.
“Con il titolo “Il perturbante” abbiamo reso in italiano un meraviglioso e importante scritto di Freud del 1919 intitolato “Das Unhheimliche”, parola tedesca formata da “un” cioè, non, che crea l’antitesi della parola “heimlich” , che a sua volta deriva da “Heim”, casa. “Heimat”, ricordiamolo, significa “Patria”. “Das  Unheimliche” è perciò l’inquietante, l’insolito, se ammettiamo che il solito sia accogliente e confortante. E’ qualcosa di non familiare, inospitale, e dunque respingente. Suscita spavento proprio perché è la casa stessa a non accogliere” (“L’Espresso”, 17 gennaio 2021, pp. 73-74).
 
Concludo dicendo la mia:
La gente dall’identità gregaria, che non legge e non pensa,  vuole essere rassicurata da quelli che sono reputati di successo e che manifestano lo stesso vuoto di cultura e di identità.
Ecco perché certe trasmissioni che versano il nulla nel niente vengono seguite da tanti.
E quasi tutti i politici che vogliono essere votati  si adeguano ai versi di questo gregge immune soltanto dal dubbio, dal pensiero, dal buon gusto.
Zingaretti dovrebbe sapere che non tutti gli italiani sono tali. Forse nemmeno la maggioranza lo è.  
Mi conforta e autorizza la mia  buona speranza il fatto che il blog dove scrivo esercitando la funzione di kritikov" da 2947 giorni, ha ricevuto una media di 371 letture al giorno e ha superato un milione e 94500 visite.
Non sono dunque isolati quelli come me. Siamo piuttosto situati  in  segno di contraddizione in signum cui contradicetur, come Socrate, come Cristo[2] e non  pochi altri.
Ut revelentur ex multis cordibus cogitationes.
 
giovanni ghiselli   
 
 
   


[1] Introduzione alla metafisica, trad. it. Mursia, milano, 1968 p. 157. 

[2] Cfr. NT., Luca, 34-35

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLVIII. Preghiera al dio Sole. Saluti alla signora e alla signorinella magiare.

  Pregai il sole già molto vicino al margine occidentale della grande pianura. “Aiutami Sole, a trovare dentro questo lungo travagli...