Ieri ho iniziato il corso sulla tragedia. Ho parlato solo per un’ora e 35 minuti perdendone almeno 30 perché è saltato l’audio. Avviso i miei corsisti che la prossima volta, se vorranno restare, restituirò loro il tempo rubato dal difetto dell’apparecchio e dalla mia incapacità tecnologica. Ho provato a rimediare ma non avevo ricevuto istruzioni contro tale accidente.
Martedì dunque concluderò la parte introduttiva sul genere drammatico, quindi passerò a Eschilo.
Gli argomenti di un paio di lezioni saranno questi:
Le Supplici di Eschilo e la guerra tra i sessi. Pelasgo è il monarca che lascia decidere al popolo di Argo. Attualizzazione del mito.
I Sette a Tebe. L’ereditarietà delle colpe e l’antifemminismo di Eteocle.
Il Titano protagonista del Prometeo incatenato è il presunto benefattore tecnologico che ha presofferto tutto.
Serse, il grande re dei Persiani è un despota.
Il codice tripartito delle Supplici e delle Eumenidi.
Eschilo tende al compromesso e alla conciliazione.
Il compromesso delle Eumenidi è in realtà una vittoria del patriarcato.
Eschilo personaggio delle Rane di Aristofane.
Non so se riuscirò ad arrivate al Prometeo incatenato in due ore e 25 minuti. Oltre non potrò rimanere perché mi dicono che alle 20,30 suona un allarme.
Conclusa l’introduzione generale, presenterò dunque i Sette a Tebe con i temi della ereditarietà delle colpe e delll’antifemminismo di Eteocle il quale afferma “compito della donna è tacere e restare in casa”.
Vedremo altri testi contrari alla parità tra donne e uomini.
Questa sottovalutazione dell’uno o dell’altro genere è il razzismo più odioso ed è proclamato come naturale dai cretini maschilisti e dalle femministe cretine. Non tutte lo sono invero.
Le più stupide, assuefatte e asservite a questa moda razzista, ultimamente sbandierano come un trionfo del proprio sesso la prevalenza e la preponderanza delle donne nei posti di potere. Non tengono conto che tali luoghi sono spesso avvelenati da miasmi morali e occupati da persone poco buone, poco colte e talora pure triviali.
Molti e molte vi vengono cooptati da altri già insediati che vogliono estendere il loro potere attraverso i clienti cui hanno favorito l’accesso.
Certo non sono mancate e non mancano donne e uomini di valore nel parlamentto. Ma è di valore che si deve parlare ed è il valore che dobbiamo apprezzare, non il genere, non il colore della pelle o il luogo di nascita. Sono il cuore e il cervello a mostrare il valore, ossia la parola, la generosità, la capacità della persona, non, eufemisticamente parlando, gli organi sessuali femminili o maschili.
Una volta gli uomini più disgraziati rozzi e disgustosi si vantavano di frequentare i lupanari e le lupe ed esibivano come trofei tali sordide frequentazioni.
Dunque l’antifemminismo di autori che vanno da Esiodo a Cesare Pavese ci faranno discutere. Opporrò loro le antigoni e altre donne che per amore dell’umanità si sono opposte al potere cui avrebbero potuto partecipare.
Bologna 10 febbraio 2021 ore 18, 19
giovanni ghiselli
p. s.
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