L’inno alla gioia di Schiller musicato da Beethoven dà un’immagine del dionisiaco
“Sotto l'incantesimo del Dionisiaco non solo si stringe il legame fra uomo e uomo, ma anche la natura estraniata, ostile o soggiogata, celebra di nuovo la sua festa di riconciliazione col suo figlio perduto, l'uomo. La terra offre spontaneamente i suoi doni, e gli animali feroci delle terre rocciose e desertiche si avvicinano pacificamente. Il carro di Dioniso è tutto coperto di fiori e ghirlande: sotto il suo giogo si avanzano la pantera e la tigre. Si trasformi l'inno alla gioia di Beethoven in un quadro e non si rimanga indietro con l'immaginazione, quando i milioni si prosternano rabbrividendo nella polvere: così ci si potrà avvicinare al dionisiaco. Ora lo schiavo è uomo libero, ora s'infrangono tutte le rigide, ostili delimitazioni che la necessità, l'arbitrio o la moda sfacciata hanno stabilite fra gli uomini. Ora, nel vangelo dell'armonia universale, ognuno di sente non solo riunito, riconciliato, fuso col suo prossimo, ma addirittura uno con esso, come se il velo di Maia fosse stato strappato e sventolasse ormai in brandelli davanti alla misteriosa unità originaria"[1].
“Tutti gli uomini diventano fratelli” dice il testo. Questo inno alla gioia è stato adottato come canto ufficiale dell’Unione europea.
L'Inno alla gioia è un componimento giovanile di Friedrich Schiller (1759 - 1805). Con questa ode Schiller intendeva esprimere la sua visione idealistica sullo sviluppo di un legame di fratellanza fra le persone: «L'uomo è per ogni uomo un fratello! Che tutti gli esseri si abbraccino! Un bacio al mondo intero!».
Beethoven condivise questa visione e scelse di musicare la poesia di Schiller nel movimento finale della sua Nona Sinfonia, che compose nel 1823. Il risultato fu la famosa melodia dell''Inno alla gioia'.
C’è anche tempo e bellezza
An die Freude Freude,
schöner Götterfunken, | Alla gioia Gioia, bella scintilla divina, |
|
Nessun commento:
Posta un commento