NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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mercoledì 17 febbraio 2021

Interpretazioni diverse delle parole

E’ tornata l’ambiguità del significato delle parole che toviamo in Sofocle e in Pirandello.
Nell’ Antigone, per la ragazza eponima del dramma novmos designa il contrario di ciò che Creonte, nelle circostanze in cui è posto, chiama anche lui novvvmos.
 Per Antigone il termine significa  "norma religiosa"; per Creonte, "editto promulgato dal capo dello Stato".
 
L’ impossibilità di intendersi viene teorizzata  da Pirandello  nei Sei personaggi: "Ma se è tutto qui il male! Nelle parole! (…) come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono andate dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro! Crediamo d'intenderci; non ci intendiamo mai!"[1].
Luogo simile si trova nell'ultimo romanzo dell'Agrigentino, Uno, nessuno e centomila [2]: "il guajo è che voi, caro, non saprete mai, né io vi potrò mai comunicare come si traduca in me quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi la stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell'accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d'intenderci; non ci siamo intesi affatto" (p. 39).
 
Ora i decreti di chiusura delle piste da sci vengono presentati da alcuni come un tentativo di tutelare la salute di tutti impedendo la diffusione del vurus,  altri invece lo denunciano come una prepotenza iniqua che di fatto getta nella disperazione e affama tanti imprenditori.
Questa oJmwnumiva, (ambiguità lessicale, senso equivoco) fa risaltare le linee conflittuali.
 
giovanni ghiselli
 


[1] Sei personaggi in cerca d'autore  ( parte prima). Parla il personaggio del Padre. La commedia andò in scena la prima volta il 10 maggio 1921 al teatro Valle di Roma.

[2] Pubblicato a puntate sul settimanale "La fiera letteraria" nel 1926.

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