Qual è oggi la nostra prima
necessità? La salute.
La seconda è la scuola che diffonda
cultura, educazione, non solo tecnicismi. Una scuola che dia sapere e pure sapienza.
JAnavgkh, Necessità, nelle tragedie greche è la forza
suprema; nella Repubblica di Platone
il fuso di Ananche è l’asse dell’universo che si volge sulle ginocchia di questa
dea (616d).
Sentiamo qualche
testimonianza del potere della Necessità nelle tragedie
Prometeo stesso che ha trovato tutte le tevcnai riconosce che queste sono molto meno forti della
necessità : “ tevcnh
d j ajnavgkh" ajsqenestevra makrw'/ ” (Prometeo
incatenato, v. 514):, la conoscenza
pratica è molto più debole della necessità.
Cfr. a questo proposito
Curzio Rufo: “Ceterum, efficacior omni
arte, necessitas non usitata modo
praesidia, sed quaedam etiam nova adnovit”( Historiae Alexandri Magni, IV, 3, 24), del resto la necessità più potente di ogni tecnica,
suggerì loro non solo i soliti mezzi di difesa ma anche dei nuovi. Sono i Tirii
che si difendono dall’assedio di Alessandro Magno nel 332 a. C.
Avanzando nella Sogdiana Alessandro si trovò in
difficoltà per il freddo e incendiò un bosco: “efficacior in adversis necessitas quam ratio, frigoris remedium invenit”
(8, 4, 11). Ancora la necessità che prevale sulla ratio (cfr. 7, 7, 10: necessitas
ante rationem est).
Il potere
supremo dell' jjjjAnavgkh viene
apertamente affermato da Euripide nell'Alcesti. Nel
terzo Stasimo della tragedia più antica ( è del 438) tra le diciassette a noi
pervenute, il Coro eleva un inno alla
Necessità vista come la divinità massima, quella che vincola e subordina tutti,
compresi gli dèi:
"Io attraverso le muse/mi lanciai nelle altezze,
e/ho toccato moltissimi ragionamenti (pleivstwn aJyavmeno" lovgwn),/ma non ho
trovato niente più forte/della Necessità né alcun rimedio (krei'sson oujde;n jAnavgka"-hu|ron oujdev ti favrmakon)/nelle tavolette tracie che scrisse la voce di/Orfeo,
né tra quanti farmaci/diede agli Asclepiadi Febo/dopo averli ricavati dalle
erbe come antidoti/per i mortali afflitti dalle malattie"(vv. 962-972). Da
questi versi si vede che la
Necessità è più forte del lovgo" ,
della poesia, dell'arte medica.
E ancora: la Necessità non è meno forte di Zeus: “kai; ga;r Zeu;~ o{ti neuvsh /- su;n soi; tou'to teleuta'/” (Alcesti, 978-979), e infatti qualunque cosa Zeus
approvi, con te (la
Necessità) lo porta a compimento, le dice il coro dei vecchi
di Fere.
In alcuni versi precedenti, nel terzo episodio, Eracle
aveva affermato l’impotenza della tevcnh nei
confronti della tuvch: “non è chiaro dove procederà il passo della sorte (to; th'" tuvch"), e non è insegnabile (ouj didaktovn)
e non si lascia prendere dalla tecnica (oujd j aJlivsketai tevcnh/ )” ( Alcesti, vv. 785-786)
Nella
Prefazione al romanzo Notre-Dame de Paris,
Victor Hugo scrive: “ Alcuni anni or
sono, visitando, o per meglio dire rovistando all’interno di Notre-Dame
l’autore di questo libro trovò in un
recesso oscuro di una delle torri, questa parola incisa a mano sul muro: ANAGKH”
Ebbene, conclude la prefazione:
“Proprio su quella parola si è fatto questo libro.
Marzo 1831”.
giovanni ghiselli
Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
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