Leggo un articolo a pagina 8 di “Il sole 24 0RE” di oggi 21 febbraio 2021.
Contiene dichiarazioni didattiche di una donna intelligente: Antonella Polimeni che è la Magnifica Rettrice della Sapienza di Roma.
Parte con un ricordo della sua professoressa di italiano e latino al liceo classico Dante Alighieri di Roma. Una docente che accompagnava gli studenti “non solo alla maturità classica, ma a una crescita personale e a una formazione della coscienza critica”.
La Rettrice ha riconosciuto quelli che sono i compiti e i pregi di un insegnante il quale deve essere prima di tutto un educatore.
La Polimeni ricorda poi un professore universitario che le ha insegnato “la capacità di comunicare con gli studenti, la capacità analitica, l’acquisizione non nozionistica non solo del sapere ma del saper fare e saper essere. Le competenze vanno poi composte con il saper comunicare, che ormai è diventato ineludibile, parte integrante del successo medico-paziente e non solo”.
Tutto questo mi è assolutamente congeniale.
E anche quanto viene dopo: “La Sapienza si colloca tra quelle università che hanno più lavorato sul diritto allo studio con la no tax area e continueremo a lavorarci perché l’università dovrebbe tornare a essere un “ascensore sociale”. Alcuni studi correlano lo stato socio economico della famiglia di provenienza con il job placement e in tempo di pandemia queste disuguaglianze sono state amplificate”.
In questo modo, commento io, si perpetuano le caste e anzi, la distanza tra loro si accentua. Dove ci sono le caste ovviamente non c’è uguaglianza e quando manca l’uguaglianza è in difetto non solo la democrazia ma anche la libertà. Me lo hanno fatto notare Tucidide e Leopardi.
Ancora la Magnifica: “E’ necessario aumentare la platea dei laureati, anche con un’offerta formativa che rispecchi i fabbisogni della società. La via è quella della ricerca trans-disciplinare con una sempre maggiore contaminazione tra i saperi. Non bisogna più ragionare per singole discipline, ma per una soluzione dei poblemi”.
Il mio metodo comparativo che partendo dalla letteratura greca segnala quanto le devono la letteratura, la filosofia e la storia dell’arte europea, insomma quanto i classici trattino i nostri problemi e ci aiutino a superarli quali problhvmata appunto, corrisponde a questa via da quando ho iniziato a insegnare latino e greco nel liceo. Mi dispiace non avere avuto Antonella Polimeni ragazza tra i miei alunni. Ma lei studiava a Roma, io insegnavo nel 75 a Imola e dal 76 a Bologna. I miei allievi di allora avevano all’incirca la sua età. Sarebbe stata un’alumna optima a quanto leggo.
Infine sottolineo un altro grande pregio di questa Magnifica Rettrice: il suo femminismo non ha niente di volgare né di razzistico: è l’antitesi di quello becero e cretino di quante e quanti reclamano il potere alle donne purchè siano tali biologicamente, senza specificare a quali di loro, ossia alla qualità necessarie alla gestione del potere. Intelligenza, capacità, cultura, sensibilità, generosità, lealtà non sono qualità di tutti gli uomini né di tutte le donne.
“Le donne che si sono realizzate e hanno raggiunto incarichi di vertici possono essere un modello, purché non scimmiottino la leadership maschile (…) Il mio motto sulla questione di genere è “pari opportunità per pari capacità”. Parole sante.
Ora per non essere solo agiografico del tutto aggiungo un paio di critiche a una giovane donna che come età poteva essere mia allieva: troppi termini inglesi usati e compresi non necessariamente da tutti. Alcuni li ho riferiti, altri li ho saltati siccome inseriti in parti dell’articolo meno interessanti per me.
Invece avrei usato qualche termine latino come contaminatio al posto di “contaminazione” che può far venire in mente il covid.
Magari aggiungendo un acceno alle commedie di Plauto e Terenzio. E pure qualche parola greca. Il latino e il greco stanno correndo il rischio di sparire dalla coscienza della classe colta. Mi piacerebbe che l’ex studentessa del classico si prendesse a cuore questo ostacolo (provblhma) alla sussistenza della paideia.
In conclusione il discorso di Antonella Polimeni mi ha confermato nei miei propositi e progetti educativi e ho voluto farlo conoscere ai miei lettori
Bologna 21 febbraio ore 18 e 31 minuti
giovanni ghiselli
p. s
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