NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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giovedì 4 febbraio 2021

Un dubbio sulla mimèsi: chi imita chi?

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Oscar Wilde
 in La decadenza della menzogna  (del 1889) rovescia questi termini sostenendo che non è l’arte a imitare la vita, ma il contrario:"La  vita imita l'arte assai più di quanto l'arte imiti la vita (...) Un grande artista inventa un tipo, e la vita tenta di copiarlo, di riprodurlo in forma popolare ( ...) I greci, con il loro rapido istinto artistico, capirono questo, e mettevano nella stanza della sposa la statua di Ermes o di Apollo, affinché ella potesse generare figli altrettanto ben formati delle opere d'arte che contemplava nell'estasi o nel dolore. Sapevano che la vita non solo guadagna dall'arte la spiritualità, la profondità del pensiero e del sentimento, il turbamento o la pace dell'anima, ma che essa può formarsi sulle stesse linee e colori dell'arte, e può riprodurre la dignità di Fidia come la grazia di Prassitele (...) Schopenhauer ha analizzato il pessimismo che caratterizza il pensiero moderno, ma Amleto lo ha inventato. Il mondo è diventato triste perché una volta una marionetta fu malinconica.
Il nichilista, quello strano martire che non ha fede, che va al patibolo senza entusiasmo, e muore per quello in cui non crede, è un prodotto puramente letterario. Esso fu inventato da Turgenev e completato da Dostoevskij"[1] 
 
Gli artisti successivi imitano i precedenti
 
La coscienza di non dire nulla di completamente nuovo si trova già negli autori antichi: Eschilo[2] diceva che le sue tragedie erano fette del grande banchetto omerico (Aijscuvlo" o}" ta;" auJtou' tragw/diva" temavch ei\nai e[legen tw'n   JOmhvrou megavlwn deivpnwn"[3]); Callimaco[4] afferma: "ajmavrturon oujde;n ajeivdw"[5], non canto nulla che non sia testimoniato
Successivamente diversi altri autori hanno riconosciuto il loro debito all’edificio nobile e antico della tradizione.
Terenzio[6]  nel Prologo[7] dell'Eunuchus [8], che contamina l’ Eujnou'co" con il Kovlax di Menandro, dichiara: "Denique/nullum est iam dictum quod non dictum sit prius" (vv. 40-41), in fin dei conti, non c'è più nessuna battuta che non sia  stata detta prima.
 
Leopardi[9] ebbe a scrivere "Tutto si è perfezionato da Omero in poi, ma non la poesia"[10].
Robert Musil[11] attraverso il suo protagonista Ulrich, il quale gioca sempre al ribasso, parla ironicamente di una  "catena di plagi"[12] che lega le grandi figure del mondo artistico l'una all'altra.
 
giovanni ghiselli
 
 


[1] In O. Wilde, Opere , trad. it. Mondadori, Milano, 1982, pp. 222-224
[2] 525-455 a. C.
[3] Ateneo (II-III sec. d. C.) I Deipnosofisti, VIII, 39.
[4]305 ca-240ca a. C.
[5] Fr. 612 Pfeiffer.  
[6] 190ca-159ca a. C.
[7] "Luogo privilegiato della commedia dal punto di vista delle informazioni date, siano esse di trama o di poetica" (G. B. Conte, Scriptorium Classicum , 1, p. X9.
[8] Del 161 a. C.
[9] 1798-1837.
[10]Zibaldone ,  58.
[11] 1880-1942.
[12]L'uomo senza qualità , p. 270.

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