NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 19 agosto 2021

Acta diurna: cacata carta.

Nel quotidiano “la Repubblica” di oggi, 19 agosto 2021 a pagina 11 si trova un articolo di tal Francesco Merlo che supera tutti i fondamentalismi, ogni mancanza di spirito critico, e ogni presenza di faziosità ospitata da questo giornale. Intanto l’epiteto di “talebanini” o “italiban” con cui il gazzettiere mette tutti insieme quanti criticano alcuni aspetti della società dove viviamo. Italiban sarebbero “quelli che l’orrore del terrorismo è comunque meglio dell’orrore dell’Occidente”. Sembra che la sintassi sia confusa quanto il pensiero di costui. A parer mio non è possibile fare una graduatoria degli orrori che sono tutti orribili e abominevoli quando offendono e danneggiano la vita. Il Merlo quindi tira fuori dalla soffitta il 68 per farne strame. Il movimento studentesco che liberò i ragazzi e ancora più le ragazze dall’oscurantismo clerico- fascista è ridotto a “la complicità intellettuale di tanti confusi ragazzi italiani con i dittatori comunisti, da Castro a Mao”. Il nostro articolista arriva a profanare la memoria di Gino Strada fingendo di elogiarlo: “e quel chirurgo, generoso e straordinario che fu Gino Strada, morto troppo presto e subito innalzato sul piedistallo dei nobili sentimenti, viene spacciato per un maestro di pensiero politico”. Di fatto Gino Strada, che costui non è degno di nominare, è un suscitatore di forza morale e anche un maestro di agire politico. Agiva in difesa della vita. Quindi il Merlo cerca di strumentalizzare ai fini delle poprie calunnie anche i morti delle torri gemelle. Un massacro perpetrato “Nel nome di un dio macellaio che bestemmiava la vita”. Lo slogan se vogliamo troppo semplificatorio “non si può esportare la democrazia” diventa “il tic linguistico alla moda, come “la pace senza se e senza ma” e altri modi di dire abusati e fuori luogo come “alzare il gomito, baciamo le mani e colpo di fulmine”. Che ogni popolo abbia il diritto di mantenere le proprie tradizioni lo ha scritto Erodoto già nel V secolo avanti Cristo. L’ho già citato nel mio pezzo del 17 agosto presente in questo blog con il titolo I “grandi” commentatori geopolitici e il relativismo culturale di Erodoto. Chi non lo ha già fatto lo legga e veda quanto è volgare il tentativo di abbassare questa dichiarazione di libertà al livello di “alzare il gomito” Francesco Merlo procede con altri sproloqui quindi conclude così: “altri lutti ci aspettano in questa guerra della Civiltà contro l’Inciviltà e anche il più scaltro degli italiani dovrà decidersi: o con l’Occidente o con l’Emirato dei terroristi. Io che non sono scaltro nemmeno un poco ma amo molto la vita non faccio alcuna guerra armata però con le mie parole mi schiero sempre dalla parte della vita e contro chi la offende. Tutte le guerre, tutti i bombardamenti, i campi di sterminio, le decapitazioni e ogni forma di pena di morte offendono la vita. Quella dei morti ammazzati e quella delle persone buone. Io voglio essere una di queste e spero di diventarlo. Ringrazio tutti i miei lettori. Pesaro 19 agosto 2021 ore 19, 8 Giovanni ghiselli p. s Statistiche del blog Sempre1160311 Oggi103 Ieri176 Questo mese3298 Il mese scorso6174

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