martedì 31 agosto 2021

Aristofane le Vespe 6.

Il Corifeo parla con il figlio che vuole tornare a casa per non sguazzare al buio nel fango come un francolino, una specie di fagiano. Il padre prevede pioggia e si stupisce del fatto che non ci sia Filocleone a guidare il coro cantando motivi di Frinico, come di solito. Segue il canto dei coreuti che si domandano quale acciacco impedisce al vecchio di esserci. Forse ha perduto le scarpe ei\t j ejflevgmhnen aujtou`-to; sfurovn 276-277, ha battuto un piede e gli si è gonfiata la caviglia, gevronto" o[nto"- dato che è vecchio. Dato che sono vecchio obietto che la caviglia si gonfia a chi prende una botta anche se è giovane. O forse ha un gonfiore all’inguine. Eppure era il più duro di gran lunga e non dava mai retta e se qualcuno lo pregava diceva-livqon e{yei"- 280- cuoci una pietra- Un vecchio dalle idèe chiare, giuste o sballate che siano. Tale persona è sempre da apprezzare. Ieri sera in televisione parlava, registrato in aprile, Gino Strada già sacro alla morte vicina ma non ha avuto un attimo di tentennamento: “l’unica verità delle guerre sono le vittime”. Coerenza di una vita. Forse continua il coro è a letto con la febbre i[sw" kei`tai purevttwn (283). Da sempre ci allettano le malattie, sempre le stesse, e ci allettano le donne ciascuna diversa da ognuna delle altre per fortuna. Spesso ci salvano dalle malattie. Siano benedette. A volte ce le fanno venire, Dio le perdoni. Segue un appello a Filocleone perché si levi: deve condannare a morte un traditore. Il figlio del al corifeo ri rivolge al babbino- w\ pappiva- e gli chiede ijscavda" 296 dei fichi secchi, ma il padre ha già fatto il conto di quanto gli rimane del piccolo salario-aJpo; tou` misqarivou: gli basta appena per la legna, la farina e la pietanza per sé il figlio e la moglie. E’ il poletariato che appoggia il regime tirannico e il suo capo che gli lascia solo le briciole. Anzi, se quel giorno non ci saranno processi, la famigliola dovrà saltare la cena. Il figlio cita alcune parole di Euripide (fr. 389 Teseo) mettendole in parodia: “tiv me dh`t j w\ meleva mh`ter, e[tikte";” perché mi partorivi allora, misera madre? I giovani spesso non condividono le speranze e le illusioni degli adulti, senza le quali non ha senso mettere al mondo dei figli. il ragazzino dice: “non ci resta che piangere” (316). Adesso per giunta si ubriacano o si drogano dopo avere fissato il cellulare per ore. Proagone (316-525) Si affaccia Filocleone da un pertugio. Lamenta di essere sorvegliato e impedito di andare alle urne con i colleghi a fare del male (kako;n ti poih`sai, 320-321). Chiede a Zeus che tuona forte-w\ zeu` mevga bronthvsa" di mutarlo in fumo- me poivhson kapnovn- per potere evadere da quella prigione. Torna poi a pregare il dio di liberarlo o di fulminarlo, o di mutarlo in una pietra. Una richiesta di perdita della sensibilità come si troverà in T. S. Eliot: “:" avrei potuto essere un paio di ruvidi artigli/che corrono sul fondo di mari silenziosi" (Il canto d'amore di J. Alfred Prufrock, vv. 74-75). Il corifeo domanda al vecchio chi è che lo tiene prigioniero. Può farlo: “pro" eu[nou" ga;r fravsei" (335), ché pali a persone benevole. - ouJmo;" uiJov" (336) mio figlio risponde Filocleone ed è meglio abbassare la voce per non scoprirsi. Richiesto della ragione dell’imprigionamento, il vecchio risponde che il figlio non permette che suo padre giudichi oude; dra`n oujde;n kakovn (340) e faccia alcun male. E’ disposto a fargli fare bisboccia ma Filocleone non vuole. Meglio comandare che banchettare et cetera, dunque. Il corifeo trae la conseguenza che il figlio è un arruffapopolo contro Cleone e un xunwmovth" ti" 345, un cospiratore Pesaro 31 agosto 2021 ore 10, 50 giovanni ghiselli

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  Pregai il sole già molto vicino al margine occidentale della grande pianura. “Aiutami Sole, a trovare dentro questo lungo travagli...