Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica
Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica
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giovedì 26 agosto 2021
Aristofane, le Nuvole XVIII. La confusione fallace nell’Atene di Aristofane e nell’Italia di oggi.
Fidippide imbastisce un sofisma sull’ultimo giorno del mese lunare nel quale maturavano gli interessi dicendo che i giorni sono due e quindi si può imbrogliare. Ma è un discorso molto ingarbugliato e confuso appunto.
A Strepsiade comunque piace e chiama se stesso mavkar per la propria saggezza e la levatura del figlio (1206 -1208)
Poco dopo arriva il primo creditore con un testimone.
Ricorda a Strepsiade le dodici mine che gli diede per comprare un cavallo storno, pezzato di grigio.
Ma il debitore chiama a testimoni gli spettatori i quali sarebbero al corrente che lui aborre l’equitazione-“pavnte" uJmei`" i[ste misounq j iJppikhvn” (1256). Questo è anche vero, ma è pure vero che Strepsiade ha avuto i soldi per comprare il cavallo al figlio che invece adora l’equitazione.
Poi il vecchio imbroglione il quale ha imparato da Socrate che gli dèi non esistono, afferma che avebbe il coraggio di negare il debito guirando su "su Zeus Ermes e Poseidone" (1234) le tre divinità sulle quali si poteva esigere il giuramento dal debitore secondo la legge di Solone.
Quindi palpa il ventre del creditore e dice: “ strofinato con il sale, costui potrebbe servire”. Come otre: aggiunge che potrà contenere sei congi parecchi litri.
E’ una sfottitura che serve a deviare l’attenzione dalla questione che stanno trattando, tanto per creare confusione e fuorviare il rivale creditore dall’argomento del denaro che gli è dovuto coprendolo di ridicolo. Infatti il creditore fa: “oi[m j wJ" katagela`", 1236 ahimé siccome mi deridi!
Si ricordi che la derisione della propria persona è aborrita dalla Medea di Euripide e dall’Aiace di Sofocle fino all’assassinio dei figli e al suicidio.
Posso anche rammentarvi che, secondo il filosofo Cleante, il secondo scolarca della Stoà (330-232) , l’anima dei porci svolge la funzione del sale: quella di salvare il corpo dalla putrefazione.
Strepsiade aggiunge che ridicolo -gevloio"- per i sapienti toi`" eijdovsin- è pure Zeus sul quale si giura – kai; Zeu;" ojmnuvmeno"- 1241.
Quindi il debitore non paga ricorrendo a un trabocchetto lessicale su la madia chiamata correttamente kavrdopo" (hJ) dal creditore, la madia.
Secondo il vecchio imbroglione avrebbe dovuto chiamarla kardovph (1251).
Pensate alle tante trappole ordite dalle lingue che traggono le loro fiamme dall’inferno e agli sprovveduti che ammutoliscono davanti a tali imbrogli. Mi vengono in mente gli studenti anche liceali o perfino universitari i quali dicono: “quel professore è bravissimo però non si capisce niente”. Li ho sempre messi in guardia dicendo: se uno dice parole incomprensibili significa che non le ha capite lui stesso e ripete a memoria quanto non ha compreso.
Il creditore però non si è lasciato intimorire e va a depositare la cauzione (1255)
Strepsiade gli dice che perderà anche quella con le dodici mine che non gli verranno restituite.
Arriva un secondo creditore che si lamenta e autodefinisce kakodaivmwn, un disgraziato (1262). Chiede di rendere il denaro a lui che oltretutto se la passa male- kai; kakw`" pepragovti- (1269).
Dice di essere caduto guidando i cavalli.
Strepsiade utilizza un gioco di parole dicendogli che vaneggia come se fosse caduto ajp j o[nou dall’asino (1273). Ma ponunciata in maniera confusa queste espressione può essere intesa come caduto di senno ajpo; nou`.
Questo è un ignobile trucco cui ricorrono quanti vogliono imbrogliare: studenti impreparati, politici imbroglioni e così via.
Ultimamente anche i telegiornali menzogneri e i film dalle sceneggiature immonde ricorrono a questo trucco. “Rischio” viene metodicamente pronunciato “ricchio” per esempio e raschia “racchia”. E’ uno stravolgimento della pronuncia che pregiudica e compromette la comprensione di quanto viene detto e , appunto, non deve essere compreso: dai discorsi sui massimi sistemi alle previsioni del tempo.
Pesaro 26 agosto 2021 ore 11, 19
giovanni ghiselli
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