Il popolo di Atene è un tiranno come la loro città
I Cavalieri fanno notare a Demo che ha un grande potere dal momento che tutti gli uomini lo temono al pari di un tiranno “pante" a[nqrwopoi dedivasiv s j w{sper a[ndra tuvrannon” (1113-1115)
Cfr. Tucidide "turannivda e[cete th;n ajrchvn", (La guerra del Peloponneso, III 37, 2) avete un impero che è una tirannide dice il Cleone in un discorso agli Ateniesi.
Nell’ultimo discorso di Pericle già lo stratego più apprezzato e confermato aveva detto ai cittadini di Atene che non possono tirarsi indietro dal comando: wJ" turannivda ga;r h[dh e[cete aujth;n (ajrchv supra) h}n labei'n me;n a[dikon dokei' ei\nai, afei'nai de; ejpikivndunon (Tucidide, II, 63, 2), poiché avete già un impero che è tirannide che avere preso può sembrare ingiusto, ma abbandonarlo pericoloso.
I nemici Corinzi nell’assemblea peloponnesiaca del 432 avevano detto che era vergognoso per il Peloponneso lasciare che una città divenisse tiranna della Grecia (Tucidide I, 122, 3).
Poco più avanti (Tucidide I, 124, 3) i Corinzi concludono il loro discorso sostenendo che gli alleati peloponnesiaci devono domare la povlin tuvrannon che è una minaccia per tutti in quanto alcuni Greci li ha già sottomessi e con molti altri vuole farlo.
Eppure, continuano i coreuti, eujparavgwgo" ei\ (Cavalieri, 115), sei uno facile da abbindolare. Ti piace essere adulato e ingannato qwpeuvomenov" te caivrei" kajxapatwvmeno", e stai sempre a bocca aperta a sentire chi parla-pro;" tovn te legovnt j ajei; kevchna" , e la tua mente pur essendoci va lontano oJ nou`" dev sou-parw;n ajpodhmei`-.
Ma Demo ribatte ai cavalieri che sotto le chiome non hanno nou'" se credono che lui non capisca: ejgw; d j eJkw;n tau't j hjliqiavzw (1123), a bella posta io faccio lo scemo.
Cfr. i finti sciocchi: Bruto e Amleto, ossimori viventi .
Me la godo a fare bry ogni giorno h{domai bruvllwn to; kaq j hJmevran-
Come fanno i bambini quando chiedono da bere cfr. Nuvole 1382: “se dicevi bru io correvo e ti davo da bere” ricorda Strepsiade all’ingrato figlio Fidippide che l’ha picchiato perché il vecchio disprezza Euripide che secondo il giovane un genio.
Demo dunque dice che è lui a voler nutrire un ministro ladro- klevptontav te bouvlomai- trevfein e{na prostavthn , poi quando è pieno lo prendo e lo concio.
Il Coro lo approva: fai bene se allevi costoro di proposito w{sper dhmosivou" (1136) come vittime pubbliche, e quando ti trovi senza cibo ti imbandisci per cena quello che sia pacuv" (1139) grasso.
Cfr.
il Giulio Cesare di Shakespeare che dice ad Antonio: “Let me have men about
me that are fat/sleek - headed men, and such as sleep a - nights. - Yond
Cassius - has a lean and hungry look;/he thinks too much; such men are
dangerous”, intorno a me ci siano uomini grassi con la testa curata e che
dormano la notte ( Giulio Cesare, I, 2, 191 - 194), quel Cassio ha
l’aria dello snello affamato; pensa troppo; uomini del genere sono pericolosi.
Quindi Cesare aggiunge: Would he were fatter” (I, 2), vorrei
che fosse più grasso. Legge molto, è un grande osservatore, sa scrutare. Non lo
temo ma se il mio animo fosse soggetto al timore, non conosco uomo che eviterei
più prontamente di quell’asciutto Cassio as that spǎre Cassius. Tra l’altro he loves no plays, as tou dost, Antony; he hears no music (I, 2, 197
sgg.)
Demo dunque dice sofw'" aujtou;" perievrcomai, li raggiro con asuzia (1142). Li lascio fare finché mi va, poi li costringo a vomitare (e[peit j ajnagkavzw pavlin ejxemei'n, 1148) quanto hanno rubato- a{tt j a]n keklovfwsiv mou (1149) . Uso come sonda il coperchio munito di fessura dell’urna dei voti. La sonda si poteva usare per provocare il vomito. Quindi con un processo condannare a restituire il maltolto.
Pesaro 11 agosto 2021, ore 10, 33
giovanni ghiselli
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