venerdì 27 agosto 2021

La storia di Päivi 3. La conversione dal sapere alla sapienza

Alexandre Cabanel, Fedra
Fino a Päivi, con i libri avevo avuto un rapporto di sottomissione, senza simpatia, se avevo dovuto studiarli a memoria per degli esami da sostenere davanti a inquisitori spesso privi di visione d’insieme della materia, non poche volte cooptati e sussunti per vari motivi estranei alle capacità e a meriti veri; oppure con gli autori avevo avuto relazioni simpatiche ma prive di metodo, cioè di una via (
ojdov") che procedesse verso una meta. Avevo avuto il trasferimento dalle medie alle superiori per l’autunno seguente. Dovevo sottomettermi a lunghi orari di studio, ma dopo Päivi l’avrei anche voluto con forza, per trarre dalle letture quanto poteva servire a migliorare me stesso, a potenziare la natura mia e dei discepoli miei. Lo studio se non potenzia la natura non è cultura. 
Questo mi ha insegnato Päivi, la luminosa, la Fedra, durante quel mese, passato il quale del resto diventerà una Medea, quando il parto travagliava le viscere sue, e anche i nostri cervelli, come vedremo nell’esito tragico della vicenda. Resta comunque il fatto che l’ultima delle Finniche mie con la sua intelligenza seppe chiarirmi il caos da dove pullulavano ancora angosce deformi, antichi dolori, desideri cattivi, soffocati ma sempre malignamente attivi, bramosi di ostacolare il mio progresso verso la felicità. 

Dopo le belle esperienze con Elena e Kaisa ero regredito a relazioni ordinarie e volevo purificarmi, diventare quello che sono davvero, trovare il coraggio di apprezzare e valorizzare la mia estraneità dalle mode dal “si deve pensare, dire e fare così”. Nell’insegnamento non dovevo fare quello che avevano fatto a me, fatto di me, un disgraziato e un ignorante. Päivi autorizzò queste mie aspirazioni e mi avviò su questa strada indicandomi un metodo appunto. 

 Pesaro 27 agosto 2021 ore 11, 27 
 giovanni ghiselli

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