NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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martedì 17 agosto 2021

I “grandi” commentatori geopolitici e il relativismo culturale di Erodoto.

Ieri sera i “grandi” commentatori come la Annunziata, Rampini, Di Bella volevano spiegare quanto è successo a Kabul e hanno detto diverse cose, ma non cose diverse bensì tutti più o meno le stesse, senza dire l’essenziale: che c’è un relativismo delle culture, dei costumi, degli usi, e che rimane spesso frustrata la volontà di introdurre per forza in un paese un modus vivendi del tutto differente da quello del popolo della terra occupata. L’aveva capito già Erodoto nel V secolo a. C. Nel terzo libro dello storiografo di Alicarnasso troviamo un episodio che afferma il valore della tolleranza e costituisce uno dei più alti insegnamenti della cultura antica. Il re Dario domandò ad alcuni Greci se sarebbero stati disposti a cibarsi dei loro padri morti, ed essi risposero che non l'avrebbero fatto per niente al mondo. Quindi il re dei Persiani chiese agli Indiani chiamati Callati" oi{ tou;" goneva" katesqivousi"( 3, 38, 4) i quali mangiano i genitori, a quale prezzo avrebbero accettato di bruciarli nel fuoco, e quelli, gridando forte, lo invitarono a non dire tali empietà. Così, conclude Erodoto, queste usanze sono diventate tradizionali, e a me sembra che giustamente Pindaro abbia affermato che la consuetudine è regina di tutte le cose ("novmon pavntwn basileva fhvsa" ei\nai"). L’approvazione del relativismo si associa alla condanna dell’intolleranza. Erodoto ha iniziato questo capitolo affermando:" in ogni caso secondo me è evidente che molto matto era Cambise (" ejmavnh megavlw" oJ Kambuvsh"" ); altrimenti non si sarebbe messo a schernire religioni e costumi (3, 38, 1). Infatti se uno invitasse gli uomini a scegliere le usanze migliori, ciascuno sceglierebbe le proprie, poiché ciascuno è convinto che le proprie siano di gran lunga le più belle. Egli era necessariamente un pazzo (mainovmenon a[ndra, 3, 38, 2) poiché solo un folle mette in ridicolo le tradizioni locali. Tempo fa Papa Francesco ha menzionato il “relativismo religioso” come una possibile accusa nei suoi confronti. Se ne è difeso preventivamente dicendo che la devozione varia nei popoli secondo la cultura e le abitudini di ciascuna nazione. Credo che il relativismo sia una cosa buona in quanto negazione dell’assolutismo latore di intolleranza. giovanni ghiselli Pesaro 17 agosto 2021 ore 1, 10 giovanni ghiselli p. s Statistiche del blog Sempre1159758 Oggi95 Ieri159 Questo mese2745 Il mese scorso6174

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