NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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domenica 8 agosto 2021

Aristofane, Cavalieri XI parte. Volgarità su volgarità si posa.

 


 

Quindi Salsicciaio consigliò di requisire i vasi ai fabbricanti per riempirli di alici. I buleuti applaudirono-ajnekrovthsan (651) e mi guardarono a bocca aperta. Atto da materialone tellurico.

A questo punto Paflagone furbo e malizioso , sapendo bene di quali parole soprattutto godeva la Bulè,  propose che per la buona notizia (eujaggeliva) si dovevano quvein ejkato;n bou'" th'/ qew'/ (656) sacrificare cento buoi alla dea (Atena)

Il consiglio  lo approvò.

Quando mi accorsi di essere vinto dalla merda bovina- continua a raccontare Salsicciaio- ka[gwg j o{te dh;  jgnwn toi'"  bolivtoi" hjtthmevno" -(658), rilanciai a 200 buoi e consigliai di promettere mille capre ad Artemide  se le sardine aiJ tricivde" fossero arrivate a costare un obolo ogni cento.

La bulè allora si volse al Salsicciaio.

 Prevale chi spara pomesse èiù grosse e più difficilmente realizzabili.

I demagoghi a turno rilanciano alzando le offerte “incredibili” per mozzare il fiato appunto e il pensieri di chi li ascolta.

Paflagone accusò il colpo e straparlava- ejkplagei;" ejflhnavfa- 654, allora i prutavnei"  presidenti, e gli arcieri oiJ toxovtai della polizia urbana lo trascinavano via. Intanto i buleuti rumoreggiavano per le alici.

Paflagone disse che stava arrivando da Sparta un araldo per la tregua. E i consiglieri: Nuni; peri; spondw'n ; (671) la tregua ora? si capisce: hanno saputo che da noi le alici sono a buon mercato : ouj deovmeqa spondw'n: oj povlemo" eJrpevtw (673), non abbiamo bisogno di tregua: la guerra proceda. La guerra porta pivazioni e distruzioni ma il miraggio di farsi subito una scorpacciata di alici la fa preferire alla pace.  

Quindi i buleuti urlavano ai pritani di togliere la seduta e saltavano la cancellata. Si può pensare alle urla e alle risse dei nostri deputati.

Allora Salsicciaio andò al mercato a comprare tutto il coriandolo e lo scalogno che c’era , poi li ha distribuiti gratis ai buleuti e[peita tai'" ajfuvai"  ejdivdoun hjduvsmata, quindi davo il condimento per le alici kajcarizovmhn e me li ingraziai. Così con un obolo di coriandolo sono piaciuto tutta la bulè. E me ne venni ejlhvluqa (682).

Pensate alle idiozie che sentiamo in molti dibattiti televisivi dove chi parla deve stare attento a non trasgredire i luoghi comuni dei quali è stata infarcita la testa del pubblico.

 

Coro

Il coro si complimenta con Salsicciaio ma lo avverte che la lotta continua. I Cavalieri saranno suoi alleati

Salsicciaio annuncia l’ingresso in scena di Paflagone infuriato. Entra sollevando un ‘onda sorda (wjqw`n kolovkuma, 692) che porta tempesta. Sconvolge a agita tutto. Mormò che ardire! Esclama il venditore di Salsicce.

Mormò era una specie di strega usata come spauracchio per i bambini

Paflagone spera di fare a pezzi l’avversario con un po’ delle sue menzogne- ti tw'n ejmoi; yeudw'n (695)

Ma Salsicciaio replica:  le tue minacce e le spacconate mi hanno fatto godere ,  sono scoppiato a ridere, poi mi sono messo a scalciare in una danza lasciva (movqwn quella dei marinai che si colpivano le natiche con i piedi)  e a gridare chicchirichì-periekokkavsa- (697) perikokkavzw.

 

I due continuano a lanciarsi minacce a vicenda

Salsicciaio  auspica che dalla proedria guadagnata a Pilo Paflagone venga retrocesso all’ultima fila.

Paflagone  si vanta di potere rendere il popolo largo e stretto-duvnamai poei'n to;n Dh'mon eujru;n kai; stenovn (720)

E Salsicciaio cwj prwkto;" oumo;" toutogi; sofivzetai (721) anche il mio culo possiede questa abilità.

Volgarità su volgarità si posa.

I due vanno a chiamare Demo.

Salsicciaio lo chiama w\ Dhmivdion, w\ filtaton (726), Populuccio, o carissimo, mentre Paflagone gli chiede di uscire per vedere come il suo fedele servitore viene oltraggiato- e[xelq  j, i{n j  eijdh`/" uJbrizomai- 727

Il gevrontion esce e domanda Tiv" ,w\ Paflagwvn, ajdikei' se ;  chi ti fa torto Paflagone?(729)

Echeggia Saffo: tiv" s j w\-Yavpf, ajdikhvei ; chi ti fa torto o Saffo? (Ode fr. 1 LP, vv. 19-20 l’Inno cletico ad Afrodite)

 

Paflagone risponde che per difendere Demo prende botte (tuvptomai) da Salsicciaio e dai giovinastri del Coro, i cavalieri (730)

 Perché? Tihv ;  domanda Demo

 Perché ti voglio bene e sono innamorato di te-oJtih; filw' s j w\ Dh'm j ejrasthv" t j eijmi; sov" (731) .

Poi si presenta Salsicciaio dicendo di essere rivale in amore -ajnterasthv"-di quello.

Comandare è l’amore più grande di questi due.

 “Da lungo tempo ti amo e voglio farti del bene” ejrw`n pavlai sou boulovmenov" te s j eu\ poiei`n (734)

Quindi Salsicciaio mette in guardia Demo dicendogli : sei simile ai ragazzi corteggiati-o{moio" ei\ toi'" paisi; toi'" ejrwmevnoi" (737): preferisce i mercanti come lucernai, cuoiai,  calzolai ai kalokajgaqoiv (738).

Paflagone rinfaccia ancora una volta la sua benemerenza di Pilo

Quando gli strateghi si tiravano indietro io navigai fin là e ne riportai prigionieri i Laconi (743)

 

Salsicciaio gli contrappone il proprio furto di una pentola mentre uno la faceva bollire  eyovnto" eJtevrou th;n cuvtran uJfeilovmhn (745).

 I due chiedono la convocazione dell’ejkklhsiva (746)

Salsicciaio vorrebbe che l’assemblea non si riunisse nella Pnice mh;    jn th`/ pukniv- 749. Teme che Demo uscito di casa e seduto su quella  rimanga al solito a bocca aperta come se infilzasse fichi secchi- kevchnen w{sper ejmpodivzwn ijscavda" (v. 755-caskwv o caivnw)

Il popolo dentro casa è dexiwvtato" (753) accortissimo, ma  sulla pietra della Pnice diventa stupido.

 

Nel III capitolo di I promessi sposi il dottor Azzecca-garbugli dice a Renzo: "perché, vedete a saper ben maneggiare le gride, nessuno è reo, e nessuno è innocente". E "mentre il dottore mandava fuori tutte  queste parole, Renzo lo stava guardando con un'attenzione estatica, come un materialone sta sulla piazza guardando al giocator di bussolotti che, dopo essersi cacciato in bocca stoppa e stoppa e stoppa, ne cava nastro e nastro e nastro, che non finisce mai".

 

Pesaro 8 agosto 2021, ore 10, 10

 giovanni ghiselli

 

 

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