giovedì 26 agosto 2021

La storia di Päivi 1. Prologo

 donne finlandesi ginnaste, 1912
Nel 1974, ottenuto il trasferimento a Bologna e concluso l’ultimo anno di insegnamento nella scuola media Ugo Foscolo di Carmignano di Brenta, tornai a Debrecen dove la sera dell’Ismerkedési este[1] ebbi un’esperienza erotica poco significativa con una tedesca ventiduenne, Cornelia, una donna che cinque anni più tardi, nell’anno di Ifigenia, mi avrebbe detto frasi [2], piene di educazione attiva, tanto che mi avrebbero lasciato un segno più forte, profondo e positivo dell’insulsa, precipitosa avventura di quell’estate già allora lontana. Le parole belle danno luce al pensiero e alla vita. 

Ma nel luglio del ‘74, due giorni dopo avere conosciuto Cornelia, una tedesca di Berlino est, pur carina e intelligente, conobbi una donna che mi piaceva di più: mi apparve subito di aspetto attraente, poi la considerai persona di grande formato mentale e con lei, per tutto il mese seguente, vissi un amore grande, tra i più significativi e denso di conseguenze in questa mia vita mortale, comunque funzionale al reperimento della mia identità di studioso ancora non definita bene. 
Era già tempo: il 14 novembre seguente avrei compiuto trenta anni. Era finnica pure lei: la terza della serie iperborea. Era la persona di cui avevo bisogno per iniziare un lungo periodo di studio serio e di pensieri miei. Chiacchiere ne avevo fatte abbastanza, fin troppe anzi, non senza bevute e mangiate, sebbene, almeno queste, smaltite con corse a piedi e scalate di montagne in bicicletta. Arrivato all’età virile, sentivo l’esigenza di iniziare un’altra vita, più impegnativa, più mia. L’estrema delle mie finniche, l’ultima tra queste donne arrivate dall’ultima Tule[3], da psicologa brava qual era, mi rese manifesto questo sentire latente. Se sono diventato una persona desiderosa e capace di apprendere, se ora sono in grado di insegnare qualcosa a chi mi ascolta e a voi che mi leggete, lo devo in buona parte a quella donna. Oltre ai genitori che mi hanno dato la vita beninteso, e a me stesso che ho saputo valorizzarla, agli studenti che mi ascoltavano con attenzione . 

L’estate del ’74 fu l’estrema e definitiva in cui amai una finnica a Debrecen, dopo averla vista e riconosciuta come simile a me, o creduta tale, nel grande cortile d’onore dell’Università. Con questa storia concludo dunque la trilogia finlandese. In maniera capovolta rispetto alla terza tragedia dell’Orestea di Eschilo però: nel finale ci sarà una metamorfosi negativa e l’Eumenide prima benefica e buona diventerà poi un’Erinni ostile, feroce. 


Pesaro 27 agosto 2021 ore 18, 56 
 giovanni ghiselli 

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[1] Festa della conoscenza 
[2] Le racconterò in un capitolo successivo, se Dio vorrà. 
[3] Cfr. Virgilio Georgica I, 30

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