lunedì 23 agosto 2021

Aristofane le Nuvole XI parte. Contrasto tra padre e figlio sulla scuola.

Le Nuvole invitano Socrate ad approfittare del successo propiziato da loro. Gli dicino: “ora che l’uomo è fuori di sé e manifestamente eccitato te lo papperai più che puoi, alla svelta- ajpolavyei"-ajpolavptw-lecco-o{ti plei'ston duvnasai, tacevw". Tali situazioni infatti in qualche modo di solito si voltano dall’altra parte”-filei' gavr pw" ejtevra/ trevpesqai (811). Strepsiade che era uscito dal pensatoio e tornato a casa cerca di trascinare il figlio nella scuola di Socrate. Fidippide è riluttante, sicché il padre e minaccia di cacciarlo : vai a mangiare le colonne- e[sqi j kivona" (815)- di tuo zio Megacle- Le colonne indicano una casa ricca. Megacle è un nome ricorrente nella famiglia degli Alcmeonidi Il figlio è stupito e nomina Zeus. Il padre, istruito alla miscredenza da Socrate, esclude l’esistenza di Zeus Aggiunge: sei un ragazzino ma penso cose antiche- paidavrion ei\ kai; fronei'" ajrcaïkav-821- Poi gli spiega "non esiste Zeus, o Fidippide"(oujk e[stin Zeuv"- 826); e alla domanda del figlio: "invece chi?"-ajlla; tiv" ; il padre risponde quanto ha imparato da Socrate: "Il Vortice regna dopo avere scacciato Zeus"( Di'no" basileuvei, to;n Di j ejxelhlakwv"-ejxelauvnw 828). Glel’ha insegnato Socrate di Melo e Cherefonte che la sa lunga sulle orme delle pulci- o]" oi\de ta; yullw'n i[cnh- 831- Di Melo era il poeta lirico Diagora processato ed espulso per empietà. Una cittadinanza disonoraria attribuitagli da fidippide. Il ragazzo quindi manifesta scetticismo e ostilità verso quei presunti maestri: "e tu sei giunto a tal punto di follia da credere a quei rabbiosi?"( w{st j ajndravsin peivqei colw'sin; 831-832 colovw, covlo" o, bile, rabbia). Anteprima del prossimo capitolo (XI) su le Nuvole di Aristofane. Trascuratezza e cura del corpo. Il vecchio Strepside infatuato da Socrate vuole mandare in quel “pensatoio”-frontisthvrion- di ciarlatani il figlio Fidippide che è riluttante : "stai attento a come parli-eujstovmei e non dire male di uomini bravi e pieni di intelligenza: di loro, per economia uJpo; th'" feidwliva"- nessuno si fa mai tagliare i capelli né si unge il corpo né va al bagno per lavarsi- oujd j eij" balanei'on h\lqe lousovmeno"- Tu invece scialacqui- katalovei-katalouvomai- la mia roba come se io fossi morto"( Aristofane, Nuvole 833-838). Un rilievo sulla la povertà e la trascuratezza fisica veniva rivolto a Socrate anche da Antifonte sofista il quale accusava il filosofo di essere maestro di miseria, ma egli ribatteva con queste parole "non avere bisogno di niente è divino, di pochissimo è assai vicino al divino” . Così Euripide nell'Eracle (1345-1346) scrive:" non ha bisogno di niente il dio, se è davvero un dio". Nei Memorabili, Senofonte ricorda invece che Socrate aveva cura del corpo "non si disinteressava al corpo-ajlla; mh;n kai; tou' swvmato" aujtov" te oujk hjmevlei e non lodava chi lo trascurava e disapprovava l’affatircarsi eccessivo mangiando eccessivamente- to; me;n ou\n uJperesqivonta uJperponei'n ajpedokivmaze "(I, 2, 4). Nell'Apologia scritta da Platone, Socrate sostiene che "non dalle ricchezze nasce la virtù, ma dalla virtù le ricchezze e tutti gli altri beni per gli uomini"(30b). Altri passi dei suoi discepoli mostrano che le ristrettezze di Socrate non arrivavano al disprezzo del corpo: nel Gorgia di Platone, il maestro insegna che"la bellezza autentica si ottiene solo attraverso la ginnastica"(465b) che è la cosmesi ottima. Socrate spiega che le cure autentiche sono Ginnastica, Medicina, Legislazione, Giustizia, ma queste vengono contraffatte da cosmetica, culinaria, retorica, sofistica. Concludo la panoramica sul rapporto di Socrate con l’igiene citando le ultime parole del Simposio di Platone:"Recatosi al Liceo si lavò e trascorse il resto della giornata come altre volte; a sera andò a casa a riposare"(233d). A parer mio la cura del corpo se questa consiste nella ginnastica, in un mangiare commisurato alla fame, nel lavarsi e nell’abbronzarsi ai raggi del sole, è anche cura dell’anima. In effetti in questo giro ciclistico di due giorni tra Marche, Toscana e Umbria io e i miei due amici abbiamo curato l’intera persona. Cultus optimus aderat. giovanni ghiselli Strepsiade dunque insiste perché Fidippide vada a scuola da Socrate- uJpe;r ejmou' al posto mio 839 Dice che da loro si può imparare tutto quanto è sapere umano 841 Il figlio non sa se trascinarlo in tribunale paranoiva" per demenza 845, o se della sua pazzia a quelli che fabbricano bare. Il padre rientra con un gallo in ciascuna mano e domanda al figlio come si chiamino. Il ragazzo risponde ajlektruovna in entrambi i casi (848-9) Il padre ribatte a[mfw taujtov; entrambi nello stesso modo? Il secondo va chiamato ajlektruvainan-galla. Il figlio depreca i ghgenei'" i tellurici che gli hanno frastornato il padre. Cfr.ghgenev~ nelle Baccanti, v. 1025) Messo B O casa che prima, una volta, avevi successo Nell’ Ellade, casa del vecchio Sidonio che nella terra seminò la terrigena messe del drago -to; ghgene;"- dravkonto" qevro" espeir j (1025-1026) -, come ti compiango, pur essendo un servo, ma comunque, per i buoni servi sono disgrazie quelle dei padroni. Il vecchio afferma di avere imparato tanto, ma ogni volta dimenticava subito- ujpo; plhvqou" ejtw'n per il peso degli anni. 855 Il figlio gli fa notare che non ha più il mantello né le scarpe. Strepsiade risponde - eij" to; devon ajpwvlesa- 859- le ho perse per ragioni di Stato, come fece Pericle quando giustificò la spesa di 10 talenti dati al re spartano Plistoanatte perché ritirasse l’esercito dai confini dell’Attica (Plutarco, Pericle, 22) mentre era insorta l’Eubea (anno 446). Plistoanatte era molto giovane e seguiva i consigli di Cleandride che gli Efori gli avevano messo a fianco. Gli Spartani condannarono Plistoanatte a una forte multa ma lui non aveva il denaro per pagarla e dovette andare in esilio, Cleandride, fuggito, venne condannato a morte in contumacia Gilippo che sconfisse gli Ateniesi in Sicilia era figlio di Cleandrida. Anche Gilippo verrà condannato. Pericle scrisse nel resoconto della sua strategia che la spesa ajnavlwma di dieci talenti appunto spesi- devka talavntwn ajnhlwmevnwn era avvenuta eij" to; devon, per necessità (Plutarco, Vita di Pericle, 23) e il popolo approvò senza indagare né contestare il non chiarito. Questo si può spiegare con il fatto che Pericle era reputato superiore al denaro. Plutarco menzione Tucidide-wJ" Qoukidivdh" fhsivn- e nota che dallo storiografo vennero riconosciute allo stratego dovxa kai; pivsti" tou' ajndrov" ajdwrotavtou perifanw'" genomevnou kai; crhmavtwn kreivttono" , reputazione e credibilità dell’ uomo palesemente del tutto incorruttibile e superiore al denaro. Infatti Pericle rese la sua città da grande grandissima, superò in potere molti re e tiranni, eppure non accrebbe di una sola dracma il patrimonio che aveva ereditato dal padre.-mia'/ dracmh'/ meivzona th;n oujsivan oujk ejpoivhsen h|" oJ path;r aujtw'/ katevlipe (Plutarco, Vita, 15). Leggiamo direttamente Tucidide il quale raccontandone la morte (del 429) e riassumendone la vita scrive appunto che Pericle era diafanw'" ajdwrovtato" , chiaramente del tutto incorruttibile e teneva in pugno la folla lasciandola libera ma non era condotto più di quanto la conducesse e non parlava mai per lusingarla, come avrebbe dovuto fare se avesse ottenuto il potere con mezzi illeciti, ma avendolo ricevuto per meriti personali lo contraddiceva anche fino all’ira (Storie, II, 65) La superiorità di Pericle al denaro è una delle cause per cui gli Ateniesi della sua epoca crearono tanta bellezza. Strepsiade dunque ha ripetuto l’eij" to; devon di Pericle: eij" to; devon ajpwvlesa (Nuvole, 849). Il padre quindi spinge il figlio verso la scuola ricordandogli un regalo che gli fece con il primo obolo eliastico: un carrettino- ajmaxivda (864) alle feste Diasie. Al tempo delle Nuvole il salario giornaliero degli Eliasti era di tre oboli. Il ragazzo obbedisce, però avverte il padre: "va bene, ma con il tempo te ne dispiacerai"( tw'/ crovnw/ ajcqevsei, 865). Il vecchio comunque lo presenta a Socrate. Pesaro 23 agosto 2021 ore 10, 50 giovanni ghiselli

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