Il Coro lancia un’altra accusa a Paflagone: dall’alto delle rocce avvisti i tributi degli alleati come si fa con i tonni (qunnoskopw'n. 312). Non senza la mattanza. Cfr. la proposta di Cleone di ammazzare tutti i cittadini di Mitilene, l’alleata ribelle nel 427.
Salsicciaio procede con i rinfacciamenti a Paflagone delle sue malefatte: manipolazione di buoi macellati e sottrazione di carne ai contadini.
Servo I gli rinfaccia uno tiro che lo mise in ridicolo: “prima di arrivare nel borgo di Pergase nuotavo nelle scarpe” (e[neon ejn tai" ejmbavsin, 321). Può darsi che Cleone gli abbia assegnato un compito troppo grande. Forse quello di Sfacteria ma non è probabile perché l’impresa ebbe successo. Certo è che non è chiaro. Quindi la confusione è dappertutto, come il naufragio nel Satyricon.
In ogni caso la ridicolizzazione dell’avversario è una costante della schermaglia politica. Ne abbiamo sentite tante su Berlusconi, su Renzi e dette da Renzi il rottamatore dei vecchi ruderi inservibili, e così via.
Ultimamente Salvini si presenta parecchio ingrassato per cui siamo pronti a godere del chiasso che in Italia si fa del bue grasso.
Del resto non gli è mancato il successo, sicché: Italiani “date passo al trionfo del bue grasso”.
Il coro rinfaccia a Paflagone l’impudenza che sola protegge gli oratori politici- ajnaivdeian h{per movnh prostatei` rJhtovrwn- 325.
Si ricordi che Tucidide attribuisce a Cleone la qualifica di persuasivo al superlativo- “piqanwvtato"" (III, 36, 6),
non senza “il più violento” del resto (biaiovtato").
Qui in Italia la violenza dei politici è stata affidata ai sicari delle stragi e ultimamente a certi sindaci pistoleri dei borghi lombardi e veneti.
Fidando in questa sfacciataggine, continua il Coro, mungi i forestieri fruttuosi ajmevlgei" tw`n xevvnwn tou;" karpivmou" (326).
Già, e quelli non fruttuosi vengono macellati.
Poi è menzionato Ippodomo un proprietario terriero fautore della pace che è ridotto a guardare e struggersi- leivbetai qewvmeno" (327).
Ma per fortuna è apparso un altro uomo miarwvtero" (329), più farabutto, che sorpasserà Paflagone nel fare ogni male e anche in audacia- panourgiva/ te kai; qravsei (331).
Quindi il coro si rivolge al Salsicciaio e gli chiede di mostrare che una buona educazione non conta nulla nu'n dei'xon wJ" oujde;n levgei to; swfrovnw" trafh'nai (334).
Cfr. la cultura non si mangia come ebbero a dire alcuni politici nostrani. Perciò è stata distrutta la scuola, quella che ci dava una base su cui potevamo costruire la nostra educazione.
Quindi ciascuno dei due rivali fanno una gara dove ciascuno gioca al proprio ribasso cerca di impedire all’altro di parlare: Salsicciaio dice: anche io sono una canaglia- kajgw; ponhrov" eijmi (336)
Il coro gli siggerisce di mettere anche i genitori tra le canaglie.
Salsicciaio rivendica la propria capacità di parlare e fare la salsa, cioè pasticci.
Paflagone obietta che il parlare del suo nemico è pari solo a quello di un avvocatucolo nella causetta contro un meteco.
Per proprio conto invece si vanta di avere ingoiato quvnneia qermav (354) filetti caldi di tonno e di averci bevuto sopra un boccale di vino puro ajkravtou oi{nou coa' - cou'" –acc sing coeva contratto (354). Inoltre mi fotterò gli strateghi di Pilo.
Salsicciaio replica di poter trangugiare un budello di bue e trippa di porco, quindi di berci sopra del brodo (to;n zwmovn-quello mevla" era il brodo nero degli Spartani-), poi senza nemmeno lavarsi ajnapovnippo" 357, potrà sopraffare a forza di grida gli oratori - laruggiw' tou;" rJhvtora" e sconvolgere Nicia (358)
Inoltre può permettersi di mangiare scelivda" (362) costolette di manzo, un cibo da ricchi.
Il popolo mangiava pane, pesce, legumi e olive. E prenderà in appalto mevtalla, le miniere.
Paflagone dice che sconvolgerà la bulè con la forza boulh;n biva/ kukhvsw (kukavw che torna a 866 nell’accusa di Salsicciaio).
Salsicciaio lo minaccia: io ti sbatterò il culo invece della salsiccia ( ejgw, de; kinhvsw gev sou prwkto;n ajnti; fuvskh", 364).
Cfr. il cenone del culo di Marziale infelix venter spectat convivia culi (II, 51, 5)
Paflagone: “e io ti tirerò fuori dalla porta per le chiappe a testa in giù” (365).
I due si insultano a vicenda minacciando l’uno all’altro torture truci.
Il Coro incoraggia Salsicciaio dicendogli: se riuscirài ad ammollire Paflagone con il primo assalto lo troverai vigliacco: infatti conosco il suo carattere: “deilo;n eujrhvsei": ejgw; ga;r tou;" trovpou" ejpivstamai” (390).
Una cosa del genere dice Germanico negli Annales di Tacito in un discorso tenuto ai suoi legionari prima della battaglia della rivincita nel campo di Idistaviso (16 d. C.) con l'intenzione di minimizzare la forza e il valore dei nemici Germani:"Iam corpus ut visu torvum et ad brevem impetum validum, sic nulla vulnerum patientia: sine pudore flagitii, sine cura ducum abire, fugere, pavidos adversis, inter secunda non divini, non humani iuris memores." ( II, 14), il loro corpo poi, come è minaccioso a vedersi e gagliardo per un breve assalto, così non ha resistenza alle ferite, senza vergogna del disonore, senza curarsi dei capi, si allontanano, fuggono, spaventati nelle avversità, immemori nel successo di ogni legge divina e umana. Si può pensare alla sconfitta dei Tedeschi da parte dei Russi nella II guerra mondiale.
Servo I, ossia Demostene dice che Paflagone è parso essere uomo mietendo la messe altrui “ajnh;r e[doxen ei\nai tajllovtrion ajmw'n qevro" (392)
Ora fa seccare (ajfauvei) e vuole vendere quelle spighe- tou;" stavcou" ejkeivnou" 393 di cui ha fatto un mazzo.
Sono i 292 prigionieri lacedemoni tra cui 120 Spartiati catturati a Pilo; ajfauvei, probabilmente significa che i prigionieri venivano nutriti poco per ottenere un riscatto maggiore.
Ma Paflagone conta sempre sull’ebetudine di Demo che ha una testa intronata. Qui in Italia è stata avvilita la scuola con la formazione dei giovani
Pesaro 4 agosto 2021 ore 18, 26
giovanni ghiselli
è ora di un poco di mare.
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