Gli affari
della città, ripete Lisistrata, devono stare in mano nostra - ejn hJmi`n th`" povlew" ta; pravgmata
- 32
Una possibilità per porre termine alla guerra
sarebbe eliminare i Peloponnesiaci e sterminare i Beoti.
Escludi però le
anguille interviene Cleonice. Era questo un cibo ghiotto che veniva dal lago
Copaide, in Beozia, come abbiamo già visto negli Acarnesi e nelle Vespe.
Ma nello
sterminio potrebbero essere inclusa Atene. Allora la soluzione deve essere
un’altra, continua Lisistrata
Dunque: noi donne di Atene, con quelle di Beozia
e con quelle del Peloponneso insieme salveremo la Grecia (koinh'/ swvsomen th;n JEllavda" (v.
41).
In effetti le
donne possono salvarci se non diventano come gli uomini. Ma ora vengono pure
addestrate dagli uomini a fare la guerra, da altre donne a odiare tutti gli
uomini, indiscriminatamente.
Cleonice dubita
che le donne le quali se ne stanno dipinte come fiori - ejxhnqismevnai (43) e sono imbellettate kekallwpismevnai e indossano vesti color
zafferano e vesti cimbriche trasparenti e tuniche che cadono a piombo e scarpine
eleganti possano fare qualche cosa di intelligente e di significativo - frovnimon h] lamprovn - (42 - 45).
Lisistrata
ribatte che si aspetta la salvezza proprio dalle vesti color zafferano e i
profumi ta; muvra, e le scarpine e
il rossetto (a[gcousa - anchusa
tinctoria dalle radici rosse) e le vesti trasparenti - kai; ta; diafanh` citwvnia - 46 - 48).
E’ l’eterna
mascherata delle donne per sedurre gli uomini. Noi maschi del resto non siamo
da meno e spesso usiamo mezzi molto meno nobili dei loro belletti.
Sentiamo
Tolstoj sulla potenza, spesso fuorviante, della bellezza. Chi parla è
Pòzdnyshev il protagonista di La sonata a Kreutzer (1889) il quale racconta
come è arrivato a uccidere per gelosia la moglie, una donna bella ma non adatta
a lui:" E' cosa davvero sorprendente con quanta facilità siamo indotti a
illuderci che bellezza e bontà siano insieme congiunte. Quando una bella donna
dice delle sciocchezze, stai a sentirla volentieri, e per quante papere ella
dica, ti sembra intelligente. Se si comporta e parla come una villana, ti
appare avvenente e gentile. Quando poi ella non dice né sciocchezze né cose
disdicevoli, ed è anche graziosa, allora credi sul serio ch'ella sia un
miracolo d'intelligenza e moralità" .
E più
avanti:"l'amore più eletto e più poetico, come noi diciamo, non dipende
per nulla dalle doti dello spirito, ma dalla fisica attrazione, da una
pettinatura invece di un'altra, dal colore, dal taglio d'un abito…soltanto il
corpo noi desideriamo, siamo pronti a perdonare ogni bruttura , ma non già la
scelta d'un abito senza garbo né grazia, ma non già un tono di colore che
strida. La civetta ha di tutto ciò perfetta conoscenza, ma anche l'innocente
fanciulla lo sa per istinto, come gli animali. Ed ecco il motivo di quei
maledetti jersey, di quegli abiti attillati, scollacciati, di quelle braccia
nude, di quei seni mostrati. Le donne, specie quelle donne che hanno già
esperienza di uomini, sanno bene che conversare su alti argomenti approda a ben
poco, all'uomo non preme altro che il corpo, quanto può farlo risaltare, sia
pure con mezzi artificiosi, e a ciò si adoperano le donne." (p. 325).
Tra i due
grandi romanzieri russi, Dostoevskij è stato il visionario dell'anima e Tolstoj
piuttosto il veggente del corpo; più precisamente "di quel lato della
carne che è rivolto verso lo spirito e di quel lato dello spirito che è rivolto
verso la carne: regione misteriosa ove si compie, nell'uomo, la lotta fra la
Bestia e Dio" .
Kafka nella
Lettera al padre scrive: “A trentasei anni si parlò del mio ultimo progetto di
matrimonio. Tu mi dicesti pressappoco: ‘Quella avrà indossato una bella
camicetta che la faceva carina, le ebree di Praga se ne intendono’, dopo di che
tu hai deciso di sposarla. E il più presto possibile, fra una settimana,
domani, oggi. Non ti capisco, ormai sei un uomo, vivi in città, e non sai fare
di meglio che sposare la prima venuta. Non ci sono altre combinazioni?” (pp.
111 - 112)
Sentiamo
Schopenhauer ancora più duro nei Parerga e Paralipomena: "La natura ha
destinato le giovinette a quello che, in termini teatrali, si chiama
"colpo di scena": infatti, per pochi anni la natura ha donato loro
rigogliosa bellezza, fascino e pienezza di forme, a spese di tutto il resto
della loro vita, affinché, cioè, siano capaci di impadronirsi durante quegli
anni della fantasia di un uomo in misura tale, che egli si lasci indurre a
prendersi onestamente una di loro per tutta la vita, in una forma qualsiasi,
passo al quale la mera riflessione razionale non sembrerebbe aver dato nessuna
sicura garanzia di invogliare l'uomo. Perciò la natura ha provvisto la femmina,
appunto come ogni altra delle sue creature, delle armi e degli utensili di cui
ha bisogno per la sicurezza della sua esistenza e per tutto il periodo in cui
ne ha bisogno; e anche qui la natura ha provveduto con la sua consueta
parsimonia. Come ad esempio, la formica femmina, dopo l'accoppiamento, perde
per sempre le ali, superflue, anzi pericolose per la prole, così, di solito,
dopo una o due gravidanze, la donna perde la sua bellezza e probabilmente,
perfino, per la stessa ragione. In conformità con ciò, le giovinette
considerano nel segreto del loro cuore, i loro lavori domestici o professionali
una cosa secondaria, forse, perfino, un semplice trastullo: come loro unica
seria professione esse considerano l'amore, le conquiste e ciò che vi si
collega, come acconciature, balli, eccetera (…)
Le donne sono
adatte a curarci e a educarci nell'infanzia, appunto perché esse stesse sono
puerili, sciocche e miopi, in una parola tutto il tempo della loro vita
rimangono grandi bambini: esse occupano un gradino intermedio fra il bambino e
l'uomo, che è il vero essere umano...le donne rimangono bambini per tutta la
vita, vedono sempre soltanto ciò che è vicino, rimangono attaccate al presente,
scambiano l'apparenza delle cose con la loro sostanza, e preferiscono inezie
alle questioni più importanti... le donne, in quanto sesso più debole, sono
costrette dalla natura a far ricorso non già alla forza ma all'astuzia: di qui
deriva la loro istintiva scaltrezza e la loro indistruttibile tendenza alla
menzogna... per la donna una sola cosa è decisiva, vale a dire a quale uomo
essa sia piaciuta... Il sesso femminile, di statura bassa, di spalle strette,
di fianchi larghi e di gambe corte, poteva essere chiamato il bel sesso
soltanto dall'intelletto maschile obnubilato dall'istinto sessuale: in
quell'istinto cioè risiede tutta la bellezza femminile. Con molta più ragione,
si potrebbe chiamare il sesso non estetico ... Nel nostro continente
monogamico, sposare significa dividere a metà i propri diritti e raddoppiare i
doveri... Nessun continente è così sessualmente corrotto come l'Europa a causa
del matrimonio monogamico contro natura " .
Tutto questo
astio contro le donne è un chiaro sintomo di frustrazione.
Gli uomini cui
piacciono molto le donne non le pensano malevolmente perché sono simili a loro.
Quorum ego.
Così nessuno di
questi uomini impugnerà più la lancia contro gli altri - dovru - 50. fa Lisistrata
Era come il
fucile per chi faceva il servizio militare anni fa (io nel ’71).
Il sergente ci
arringava dicendo che non dovevamo mai lasciarlo quando lo avevamo in consegna.
Ora lo impugnano soldati e soldatesse con stupido orgoglio. E’ pur sempre uno
strumento di morte. Molto meglio i belletti e i rossetti.
Quindi Cleonice
vuole subito andare a tingere le vesti di color zafferano
Pesaro 2
ottobre 2021 ore 11, 13
giovanni ghiselli
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