NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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sabato 2 ottobre 2021

Aristofane, "Lisistrata". 3. L’eterna seduzione femminile commentata con malevolenza da diversi autori

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Gli affari della città, ripete Lisistrata, devono stare in mano nostra - ejn hJmi`n th`" povlew" ta; pravgmata - 32

 Una possibilità per porre termine alla guerra sarebbe eliminare i Peloponnesiaci e sterminare i Beoti.

 

Escludi però le anguille interviene Cleonice. Era questo un cibo ghiotto che veniva dal lago Copaide, in Beozia, come abbiamo già visto negli Acarnesi e nelle Vespe.

 

Ma nello sterminio potrebbero essere inclusa Atene. Allora la soluzione deve essere un’altra, continua Lisistrata

 Dunque: noi donne di Atene, con quelle di Beozia e con quelle del Peloponneso insieme salveremo la Grecia (koinh'/ swvsomen th;n JEllavda" (v. 41).

 

In effetti le donne possono salvarci se non diventano come gli uomini. Ma ora vengono pure addestrate dagli uomini a fare la guerra, da altre donne a odiare tutti gli uomini, indiscriminatamente.

 

Cleonice dubita che le donne le quali se ne stanno dipinte come fiori - ejxhnqismevnai (43) e sono imbellettate kekallwpismevnai e indossano vesti color zafferano e vesti cimbriche trasparenti e tuniche che cadono a piombo e scarpine eleganti possano fare qualche cosa di intelligente e di significativo - frovnimon h] lamprovn - (42 - 45).

 

Lisistrata ribatte che si aspetta la salvezza proprio dalle vesti color zafferano e i profumi ta; muvra, e le scarpine e il rossetto (a[gcousa - anchusa tinctoria dalle radici rosse) e le vesti trasparenti - kai; ta; diafanh` citwvnia - 46 - 48).

 

E’ l’eterna mascherata delle donne per sedurre gli uomini. Noi maschi del resto non siamo da meno e spesso usiamo mezzi molto meno nobili dei loro belletti.

 

Sentiamo Tolstoj sulla potenza, spesso fuorviante, della bellezza. Chi parla è Pòzdnyshev il protagonista di La sonata a Kreutzer (1889) il quale racconta come è arrivato a uccidere per gelosia la moglie, una donna bella ma non adatta a lui:" E' cosa davvero sorprendente con quanta facilità siamo indotti a illuderci che bellezza e bontà siano insieme congiunte. Quando una bella donna dice delle sciocchezze, stai a sentirla volentieri, e per quante papere ella dica, ti sembra intelligente. Se si comporta e parla come una villana, ti appare avvenente e gentile. Quando poi ella non dice né sciocchezze né cose disdicevoli, ed è anche graziosa, allora credi sul serio ch'ella sia un miracolo d'intelligenza e moralità" .

E più avanti:"l'amore più eletto e più poetico, come noi diciamo, non dipende per nulla dalle doti dello spirito, ma dalla fisica attrazione, da una pettinatura invece di un'altra, dal colore, dal taglio d'un abito…soltanto il corpo noi desideriamo, siamo pronti a perdonare ogni bruttura , ma non già la scelta d'un abito senza garbo né grazia, ma non già un tono di colore che strida. La civetta ha di tutto ciò perfetta conoscenza, ma anche l'innocente fanciulla lo sa per istinto, come gli animali. Ed ecco il motivo di quei maledetti jersey, di quegli abiti attillati, scollacciati, di quelle braccia nude, di quei seni mostrati. Le donne, specie quelle donne che hanno già esperienza di uomini, sanno bene che conversare su alti argomenti approda a ben poco, all'uomo non preme altro che il corpo, quanto può farlo risaltare, sia pure con mezzi artificiosi, e a ciò si adoperano le donne." (p. 325).

 

Tra i due grandi romanzieri russi, Dostoevskij è stato il visionario dell'anima e Tolstoj piuttosto il veggente del corpo; più precisamente "di quel lato della carne che è rivolto verso lo spirito e di quel lato dello spirito che è rivolto verso la carne: regione misteriosa ove si compie, nell'uomo, la lotta fra la Bestia e Dio" .

 

Kafka nella Lettera al padre scrive: “A trentasei anni si parlò del mio ultimo progetto di matrimonio. Tu mi dicesti pressappoco: ‘Quella avrà indossato una bella camicetta che la faceva carina, le ebree di Praga se ne intendono’, dopo di che tu hai deciso di sposarla. E il più presto possibile, fra una settimana, domani, oggi. Non ti capisco, ormai sei un uomo, vivi in città, e non sai fare di meglio che sposare la prima venuta. Non ci sono altre combinazioni?” (pp. 111 - 112)

 

Sentiamo Schopenhauer ancora più duro nei Parerga e Paralipomena: "La natura ha destinato le giovinette a quello che, in termini teatrali, si chiama "colpo di scena": infatti, per pochi anni la natura ha donato loro rigogliosa bellezza, fascino e pienezza di forme, a spese di tutto il resto della loro vita, affinché, cioè, siano capaci di impadronirsi durante quegli anni della fantasia di un uomo in misura tale, che egli si lasci indurre a prendersi onestamente una di loro per tutta la vita, in una forma qualsiasi, passo al quale la mera riflessione razionale non sembrerebbe aver dato nessuna sicura garanzia di invogliare l'uomo. Perciò la natura ha provvisto la femmina, appunto come ogni altra delle sue creature, delle armi e degli utensili di cui ha bisogno per la sicurezza della sua esistenza e per tutto il periodo in cui ne ha bisogno; e anche qui la natura ha provveduto con la sua consueta parsimonia. Come ad esempio, la formica femmina, dopo l'accoppiamento, perde per sempre le ali, superflue, anzi pericolose per la prole, così, di solito, dopo una o due gravidanze, la donna perde la sua bellezza e probabilmente, perfino, per la stessa ragione. In conformità con ciò, le giovinette considerano nel segreto del loro cuore, i loro lavori domestici o professionali una cosa secondaria, forse, perfino, un semplice trastullo: come loro unica seria professione esse considerano l'amore, le conquiste e ciò che vi si collega, come acconciature, balli, eccetera (…)

Le donne sono adatte a curarci e a educarci nell'infanzia, appunto perché esse stesse sono puerili, sciocche e miopi, in una parola tutto il tempo della loro vita rimangono grandi bambini: esse occupano un gradino intermedio fra il bambino e l'uomo, che è il vero essere umano...le donne rimangono bambini per tutta la vita, vedono sempre soltanto ciò che è vicino, rimangono attaccate al presente, scambiano l'apparenza delle cose con la loro sostanza, e preferiscono inezie alle questioni più importanti... le donne, in quanto sesso più debole, sono costrette dalla natura a far ricorso non già alla forza ma all'astuzia: di qui deriva la loro istintiva scaltrezza e la loro indistruttibile tendenza alla menzogna... per la donna una sola cosa è decisiva, vale a dire a quale uomo essa sia piaciuta... Il sesso femminile, di statura bassa, di spalle strette, di fianchi larghi e di gambe corte, poteva essere chiamato il bel sesso soltanto dall'intelletto maschile obnubilato dall'istinto sessuale: in quell'istinto cioè risiede tutta la bellezza femminile. Con molta più ragione, si potrebbe chiamare il sesso non estetico ... Nel nostro continente monogamico, sposare significa dividere a metà i propri diritti e raddoppiare i doveri... Nessun continente è così sessualmente corrotto come l'Europa a causa del matrimonio monogamico contro natura " .

Tutto questo astio contro le donne è un chiaro sintomo di frustrazione.

Gli uomini cui piacciono molto le donne non le pensano malevolmente perché sono simili a loro. Quorum ego.

 

Così nessuno di questi uomini impugnerà più la lancia contro gli altri - dovru - 50. fa Lisistrata

Era come il fucile per chi faceva il servizio militare anni fa (io nel ’71).

Il sergente ci arringava dicendo che non dovevamo mai lasciarlo quando lo avevamo in consegna. Ora lo impugnano soldati e soldatesse con stupido orgoglio. E’ pur sempre uno strumento di morte. Molto meglio i belletti e i rossetti.

 

Quindi Cleonice vuole subito andare a tingere le vesti di color zafferano

 

Pesaro 2 ottobre 2021 ore 11, 13

 giovanni ghiselli

 

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