Syrus, Demea
Syro esce dalla casa di Micione e dice a Demea che il fratello gli chiede di non allontanarsi troppo.
Il bisbetico domato mette subito in pratica quanto si è proposto: “O Syre noster, salve! Quid fit? Quid agitur?”
Lo schiavo è diventato uno dei nostri.
Syro risponde Recte, con un’espressione brevissima, va bene. Probabilmente è stupito e non si fida di tanta cortesia.
Demea procede sulla via dell’ottimismo benevolente : Optumest.
Quindi si congratula, parlando tra sé, con se stesso poiché ha usato tre espressioni, quelle citate sopra, per la prima volta, e pure praeter naturam (885) oltre il suo carattere.
Quindi fa addirittura dei complimenti lusinghieri al servo che in precedenza aveva minacciato e maltrattato: “Servom haud inliberalem praebes te et tibi libens bene faxim” (886) ti dimostri uno schiavo nobile e ti farò volentieri del bene.
Syro è entrato dunque nella categoria degli schiavi nobili elogiati nell’Elena di Euripide (v. 1641) e ripresa da Terenzio qui e nell’Andria (38) citate sopra
Syro risponde ancora usando il minor numero possibile di parole : “gratiam habeo” .
Continua a diffidare di tanta gentilezza e magari teme che si preparino delle bastonate. Succede quando un nostro detrattore abituale e seriale ci fa dei complimenti. Spesso medita di darci una fregatura
Demea capisce che il servo è incredulo di tanto cambiamento e cerca di convincerlo che lui è diventato tanto, tanto buono: “Atqui, Syre, hoc verumst et ipsa re experiere propediem” 888, guarda che questo è vero Syro, e ne avrai subito la prova nei fatti
Vi devo la citazione da un altro autore
Quel “tanto buono” un poco ironico l’ho ricavata molti anni fa da La coscienza di Zeno di Svevo, un capolavoro di umorismo con sottile ironia. Sentite: “Tutti in famiglia si stupiscono della mia memoria per gli anniversari lieti e tristi nostri e mi credono tanto buono!” (capitolo 3 Il fumo). In realtà li aveva segnati sul calendario
Credo che nelle manifestazioni di grande bontà e premura quali fare troppi complimenti e non dimenticare mai un compleanno e un onomastico di tutti i parenti e gli amici ci sia una dose grande o piccola di scena.
E con questa riflessione banale chiudo òa brevissima scena V dell’atto V
Bologna 4 gennaio 2022 ore 21, 25
giovanni ghiselli
p. s.
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Devo confessare che questa sera non sono andato a correre per un’ora e nemmeno per 45 minuti perché sono andato a fare la spesa.
Prometto che espierò
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