mercoledì 17 agosto 2022

Chi invece non improvvisa

Ieri sera ho visto Le Comte Ory, melodramma giocoso di Eugène Scribe e Charles-Gaspard Delestre- Poirson, musicato da Gioachino Rossini.
Non solo giocoso ma pure gradevole, bello, divertente
Florez il tenore recita bene la parte del donnaiolo. Tutti i movimenti dei tanti personaggi del resto sono azzeccati. 
Ma un vero campione di cantante e di donna è la soprano, la francese Julie Fuchs, bella per giunta
Brava quanto la soprano dell’Otello visto tre sere fa: Eleonora Buratto.
 
Il pubblico gioisce nell’udire e vedere certi talenti realizzati in maniera davvero egregia e straordinaria. Ognuno del pubblico deve avere pensato: ma come fa a comunicarci tanta gioia, tanta forza e voglia di vivere?
Voglio dirvi come si fa, anche per ringraziare quanti mi scrivono che sono bravo, apprezzamento del quale forse non sono degno.
 
Ebbene, per diventare bravi, davvero bravi, e io cerco di diventarlo da decenni che nemmeno sono bastati, bisogna sottoporsi a sacrifici più che umani.
E’ necessario rinunciare a tanti svaghi, distrazioni, rilassamenti; si deve essere sempre tesi verso la meta, il bersaglio lontano, arduo, imprendibile da quasi tutti.
Chi osserva da fuori, crede che a un talento eccezionale basti poco per fare centro; invece le doti connaturate sono solo l’avvio, certo bene auspicato, della gara durissima che attende la dotata e il dotato.
Chi invece è indotata o indotato per quella gara, ne faccia altre finché non trova quella giusta, se c’è. Altrimenti continui a giocare a carte per tutta la vita. Come le guardie dell’Antigone  di Anouilh :"Infine quei tre uomini rubicondi[1] che giocano a carte, il cappello sulla nuca, sono le guardie. Non sono dei tipi cattivi, hanno mogli, dei figli, e delle piccole noie come tutti, ma tra poco agguanteranno gli accusati nel modo più tranquillo del mondo. Sanno di aglio, di cuoio e vino rosso, e sono privi di ogni immaginazione. Sono gli ausiliari sempre innocenti e sempre soddisfatti di loro stessi, della giustizia. Per il momento, fino a che un nuovo capo di Tebe debitamente incaricato non comandi loro di arrestarlo a sua volta, sono gli ausiliari della giustizia di Creonte"[2].  
Alla fine del dramma il Coro dice:"Non restano che le guardie. A loro, tutto questo è indifferente; non sono affari loro. Continuano a giocare a carte".
 
Ringrazio quanti mi hanno scritto che sono molto bravo,  assai generosamente, magari sopravvalutandomi.
Un poco bravo però riconosco di esserlo, forse anche non poco bravo
Baci
gianni
Pesaro 17 agosto 2022 ore 12.
Ora bicicletta ma non senza pensare a quello che studierò e scriverò nel pomeriggio. 
p. s
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[1]              Nella commedia latina l' aggettivo rubicundus sembra qualificare la rozzezza. Plauto lo usa per dipingere la faccia del rufus  (rossiccio) schiavo Pseudolo tanto geniale quanto volgare:"ore rubicundo" (v. 1219).

[2]              J. Anouilh, Antigone, Prologo.

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