Ieri sera poco rima delle 20 - era già quasi buio - correvo sulla spiaggia tornando a Pesaro da “sotto monte”.
A un tratto ho sentito canti di fanciulle venire dal mare. Ho girato la testa verso destra e ho visto nell’acqua possima agli scogli una decina di ragazze che guizzavano come delfini mentre levavano voci di sogno. Il costume letterario che non mi levo nemmeno quando corro mi ha fatto passare dai delfini alle Nereidi. Mi sono chiesto “quali?” e mi sono venute subito in mente quelle dei primi versi di una cara tragedia di Euripide.
Mi sono fermato osservando la scena per quanto se ne poteva scorgere nell’ombra che calava e ho gridato i tre trimetri di apertura delle Troiane attribuiti a Poseidone che recita il prologo
“¼kw lipën A„ga‹on ¡lmurÕn b£qoj
pÒntou Poseidîn œnqa Nhrh/vdwn coroˆ
k£lliston ‡cnoj ™xel…ssousin podÒj.”
(Sono giunto qui, io Poseidone, lasciata la salsa
profondità Egea del mare dove danze di Nereidi
muovono in cerchio la bellissima orma del piede).
Quindi ho benedetto quelle meravigliose creature e ho ripreso sa correre prima che la palpebra della notte mi togliesse la vista di possibili ostacoli al mio rientro tutto intero.
E mentre correvo non mi sono saziato di lacrime
Bellissima era la morte della giornata e dell’estate. Ancora più bella la vita delle creature
pÒntou Poseidîn œnqa Nhrh/vdwn coroˆ
k£lliston ‡cnoj ™xel…ssousin podÒj.”
(Sono giunto qui, io Poseidone, lasciata la salsa
profondità Egea del mare dove danze di Nereidi
muovono in cerchio la bellissima orma del piede).
Quindi ho benedetto quelle meravigliose creature e ho ripreso sa correre prima che la palpebra della notte mi togliesse la vista di possibili ostacoli al mio rientro tutto intero.
E mentre correvo non mi sono saziato di lacrime
Bellissima era la morte della giornata e dell’estate. Ancora più bella la vita delle creature
Pesaro 31 agosto 2022 ore 11
giovanni ghiselli
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