martedì 23 agosto 2022

L’estate di Pesaro

Pìca Art, Albero della conoscenza
La mia estate di Pesaro assomiglia a quelle di Nietzsche in Engandina

 
In una lettera del 21 agosto 1881 Nietzsche scrive, da Sils Maria a Peter Gast: “considero un mio nemico chiunque interrompa la mia estate di lavoro in Engadina, ossia l’avanzamento del mio compito, della mia “unica cosa indispensabile”.
Che cosa è indispensabile in tali estati?
Lo studio, lo sport, l’esposizione al sole e al caldo, l’attenzione, la riflessione. Evitare il soprappeso.
La nostra vita deve avere aspetti paradigmatici e rappresentativi non per esibizionismo ma perché noi maestri dobbiamo incarnare degli esempi positivi per i nostri discepoli. Se non siamo significativi, se non significhiamo nulla  di egregio, loro giustamente ci abbandonano. Ogni giorno dobbiamo cercare e trovare parole intelligenti che aprano la mente di chi ci legge o ci ascolta.
Dobbiamo  osservare, notare, annotare sempre a caccia della parola bella, della sintesi fulminea, del pensiero profondo. Niente ci deve sfuggire perché i discepoli sono come le donne amanti che non perdonano l’insignificanza e non ammettono la banalità. Ne sentono già troppe dai diseducatori
Quando ci alziamo dal tavolo di lavoro, pensiamo: “ora basta, pensare, ora faccio una pausa”. Se prendiamo la bicicletta però pedalando in campagna cerchiamo analogie magari fra il trillare di un uccello e il gorgheggiare della soprano sentita la sera prima alla rappresentazione dell’Otello di Rossini.
Se nuotiamo e vediamo un pesce guizzare sul fondo ci vengono in mente i movimenti frenetici dell’amante più accesa dell’estate pur molto lontana del 1995.
Se osserviamo le foglie mosse dal vento, magari mentre mangiamo un boccone e beviamo un bicchiere di vino dopo la pedalata o la corsa, pensiamo che presto quelle cadranno dagli alberi e che la nostra vita è poco meno effimera della loro, e ci vengono in mente i tanti nostri amanti, amici parenti, morti e  allora pensiamo, ricordando una canzone di Fabrizio De André, che queste care persone sono già in paradiso dove li raggiungeremo anche se non siamo santi perché “non c’è l’inferno nel mondo del buon Dio”
Nulla ci deve sfuggire perché siamo sicuri che tutte le forme della vita sono sempre imparentate tra loro.
Per tutto questo sono necessarie molte ore di solitudine riempite del resto da stupore, gioia e gratitudine per la vita che si è lasciata amare tanto generosamente.

Pesaro 23 agosto 2022 ore 19, 19
giovanni ghiselli
p. s
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