NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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martedì 30 agosto 2022

L’assenza di educazione musicale nel liceo classico di un tempo

Guido Gozzano
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HELLENIKA QUI E GREEK QUI

Nel liceo classico dei miei tempi solo la lettura metrica del distico elegiaco - esametro e pentametro - e del trimetro giambico poteva avere un nesso con la musica. Ora del resto anche la lettura metrica si fa sempre meno, tanto meno quella della poesia lirica monodica e corale.
La cultura greca in effetti era prevalentemente logocentrica.
La musica, per i Greci, amantissimi del parlare e del discutere, è comunque il “companatico di arti sulle quali si può veramente discutere e parlare (...) I pitagorici, quei Greci per molti versi eccezionali, furono, come si dice, anche grandi musicisti: gli stessi che inventarono il silenzio di cinque anni, ma non la dialettica”[1].
“I Greci (o perlomeno gli Ateniesi) ascoltavano volentieri chi sapeva parlare: anzi avevano per questo una tendenza bramosa che più di ogni altra cosa li distingueva dai non Greci (…) e così anche dalla passione scenica pretendevano che sapesse ben parlare (…) è per noi un incanto, quando l’eroe tragico trova ancora parole, ragioni, atteggiamenti eloquenti e insomma una chiara intellettualità, mentre la vita si approssima agli abissi e l’uomo reale perde per lo più la testa e sicuramente le belle parole”[2]. La capacità di parlare in maniera persuasiva era necessaria per avere successo nella polis, il successo politico.
 
Nietzsche dà grande rilievo alla musica nel dionisiaco della tragedia greca
Nietzsche sarebbe, secondo H. Hesse, il tipico intellettuale tedesco.
 "L'intellettuale tedesco è sempre stato un frondista contro la parola e contro la ragione e ha fatto l'occhiolino alla musica"[3].
 
Nietzsche: “Sotto l'incantesimo del Dionisiaco non solo si stringe il legame fra uomo e uomo, ma anche la natura estraniata, ostile o soggiogata, celebra di nuovo la sua festa di riconciliazione col suo figlio perduto, l'uomo. La terra offre spontaneamente i suoi doni, e gli animali feroci delle terre rocciose e desertiche si avvicinano pacificamente. Il carro di Dioniso è tutto coperto di fiori e ghirlande: sotto il suo giogo si avanzano la pantera e la tigre.
Si trasformi l'inno alla gioia di Beethoven in un quadro e non si rimanga indietro con l'immaginazione, quando i milioni si prosternano rabbrividendo nella polvere: così ci si potrà avvicinare al dionisiaco. Ora lo schiavo è uomo libero, ora s'infrangono tutte le rigide, ostili delimitazioni che la necessità, l'arbitrio o la moda sfacciata hanno stabilite fra gli uomini. Ora, nel vangelo dell'armonia universale, ognuno di sente non solo riunito, riconciliato, fuso col suo prossimo, ma addirittura uno con esso, come se il velo di Maia fosse stato strappato e sventolasse ormai in brandelli davanti alla misteriosa unità originaria"[4].

 Vediamo il testo
Le parole scritte da Beethoven sono mostrate in corsivo. Le altre sono di Schiller

(DE)
« O Freunde, nicht diese Töne!
Sondern laßt uns angenehmere
anstimmen und freudenvollere.
Freude! Freude!
Freude, schöner Götterfunken
Tochter aus Elysium,
Wir betreten feuertrunken,
Himmlische, dein Heiligtum!
Deine Zauber binden wieder
Was die Mode streng geteilt;
Alle Menschen werden Brüder,[1]
Wo dein sanfter Flügel weilt.
Wir betreten feuertrunken,
Himmlische, dein Heiligtum!
Deine Zauber binden wieder
Was die Mode streng geteilt;
Alle Menschen werden Brüder,[1]
Wo dein sanfter Flügel weilt.
Wem der große Wurf gelungen,
Eines Freundes Freund zu sein;
Wer ein holdes Weib errungen,
Mische seinen Jubel ein!
Ja, wer auch nur eine Seele
Sein nennt auf dem Erdenrund!
Und wer's nie gekonnt, der stehle
Weinend sich aus diesem Bund!
Freude trinken alle Wesen
An den Brüsten der Natur;
Alle Guten, alle Bösen
Folgen ihrer Rosenspur.
Küsse gab sie uns und Reben,
Einen Freund, geprüft im Tod;
Wollust ward dem Wurm gegeben,
Und der Cherub steht vor Gott.
Froh, wie seine Sonnen fliegen
Durch des Himmels prächt'gen Plan,
Laufet, Brüder, eure Bahn,
Freudig, wie ein Held zum Siegen.
Seid umschlungen, Millionen!
Diesen Kuß der ganzen Welt!
Brüder, über'm Sternenzelt
Muß ein lieber Vater wohnen.
Ihr stürzt nieder, Millionen?
Ahnest du den Schöpfer, Welt?
Such' ihn über'm Sternenzelt!
Über Sternen muß er wohnen. »
 
 (IT)
« O amici, non questi suoni!
ma intoniamone altri
più piacevoli, e più gioiosi.
Gioia! Gioia!
Gioia, bella scintilla divina,
figlia di Elisio,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
Il tuo fascino riunisce
ciò che la moda separò
ogni uomo s'affratella
dove la tua ala soave freme.
ma intoniamone altri
più piacevoli, e più gioiosi.
Gioia! Gioia!
Gioia, bella scintilla divina,
figlia di Elisio,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
Il tuo fascino riunisce
ciò che la moda separò
ogni uomo s'affratella
dove la tua ala soave freme.
L'uomo a cui la sorte benevola,
concesse il dono di un amico,
chi ha ottenuto una donna leggiadra,
unisca il suo giubilo al nostro!
Sì, - chi anche una sola anima
possa dir sua nel mondo!
Chi invece non c'è riuscito,
lasci piangente e furtivo questa compagnia!
Gioia bevono tutti i viventi
dai seni della natura;
vanno i buoni e i malvagi
sul sentiero suo di rose!
Baci ci ha dato e uva, un amico,
provato fino alla morte!
La voluttà fu concessa al verme,
e il cherubino sta davanti a Dio!
Lieti, come i suoi astri volano
attraverso la volta splendida del cielo,
percorrete, fratelli, la vostra strada,
gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio vada al mondo intero!
Fratelli, sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.
Vi inginocchiate, moltitudini?
Intuisci il tuo creatore, mondo?
Cercalo sopra il cielo stellato!

Sopra le stelle deve abitare! »


 


(Nona sinfonia in Re minore, Op. 125 di Ludwig van Beethoven - IV movimento)



Pesaro 30 agosto 2022 ore 9, 22 giovanni ghiselli

p. s.
La morte dell’estate ormai è tranquilla.
 
“L’alloro… Oh bimbo semplice che fui
dal cuore in mano e dalla fronte alta!
Oggi l’alloro è premio di colui
che tra clangor di buccine s’esalta
che sale cerretano alla ribalta
per far di sé favoleggiare altrui” (Guido Gozzano, La signorina Felicita ovvero la felicità)
...
 


[1] Nietzsche, Umano, troppo umano II, p. 185.
[2] Nietzsche, La gaia scienza, p. 91.
[3] H. Hesse, Il lupo della steppa, p. 181.
[4] F. Nietzsche, La nascita della tragedia, pp. 25-26.

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