Il vecchio suggerisce alla “figlia” che bisogna smettere di piangere
Creusa domanda che cosa si debba fare: la sventura significa rimanere privi di mezzi: “ajporiva to; dustucei`n” 971
Il pedagogo le propone di vendicarsi del dio farabutto dando fuoco all’oracolo.
Lo fece Phlegyas che secondo Virgilio si trova nel Tartaro dove “miserrimus omnis- admonet et magna testatur voce per umbras: discite iustitiam moniti et non temnere divos” (Eneide, VI, 618-620)
Si trova anche nella Tebaide di Stazio (I, 713 ss) e nell’Inferno di Dante (VIII 10 ss.)
Creusa ha paura di agire contro Apollo: ne ho abbastanza delle sventure di adesso- kai; nu`n phmavtwn a[dhn e[cw- 975
Sicché il Vecchio ripiega sul suggerimento di ammazzare il marito.
Ma la moglie, sebbene tradita, rispetta il letto nuziale.
Allora la donna potrebbe ammazzare il figlio secondo il non mite pedagogo.
Creusa ha dei dubbi sulla effettualità del crimine ma il suo caro maestro la esorta alla risolutezza.
La donna dice di avere un piano e il Vecchio le offre il suo servigio.
Creusa dice di avere le due gocce di sangue della Gorgone che Atena donò a suo nonno Erittonio in fasce inserendoli in una monile d’oro che mise addosso al bambino. Una delle due stille guarisce, l’altra uccide.
Fa pensare all’ambiguità dei farmaci, vaccini e altri, che sono spesso a doppio taglio.
La goccia letale è il veleno di uno dei serpenti della Gorgone.
I due favrmaka sono separati: “cwriv~: kakw`/ ga;r ejsqlo;n ouj summeivgnutai (1017), non si mescola infatti il bene con il male.
Eppure i vaccini se hanno salvato molte persone, ne hanno uccise alcune altre.
Il Vecchio compirà il misfatto. Dovrà nascondere il veleno sotto la veste e versarlo nella coppa ej~ pw`ma (1054) del giovane che così non potrà andare a spadroneggiare nella casa di Ceusa.
L’anziano maestro assicura la pupilla quindi esorta il proprio vecchio piede a ringiovanire per l’azione anche se quel tempo non è presente: “ag j w\ geraie; pouv~, neaniva~ genou` -e[rgoisi, keij mhv tw/` crovnw/ pavresti soi ” 1041-1042-
Versi da imparare a memoria da parte mia e dei coetanei miei quando ci mettiamo a gareggiare con i giovani. Euipide ci dona questo energetico probabilmente non inutile se gli diamo credito, certamente non dannoso. Il tempo non c’è più, però la volontà fino a un certo punto può supplire.
Il Vecchio dunque ha voglia di fare. Pensa di non fare del male perché soccorre la padrona sua, e allieva e figlia per giunta. Se si deve fare del male ai nemici, conclude, non c’è legge che possa incepparci i piedi- oujdei;~ ejmpodw;n kei`tai novmo~ ( 1047).
Il piede già incoraggiato a ringiovanire neaniva~ genou`, (1041), ora viene svincolato dai legami della legge.
Pesaro 8 agosto 2022 ore 11, 36
giovanni ghiselli
p. s
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Un pensiero mi tormenta: quanti voti dei benpensanti prenderà Calenda e quanti Letta?
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