Il coro commenta dicendo che in seguito a questi eventi nessuno degli uomini mhdei;~ ajnqrwvpwn deve considerare niente inattendibile – mhde;n a[elpton- 1510-1511.
Ricordo gli ultimi versi della Medea di Euripide
“Zeus nell’Olimpo dispensa molti eventi,
molti in modo insperato ne compiono gli dèi;
e i fatti aspettati non vennero portati a compimento,
mentre per quelli inaspettati un dio trovò la via.
Così è andata a finire questa azione” (1415-1419).
Questo finale è topico. La conclusione dell'Alcesti, dell'Andromaca , dell'Elena e delle Baccanti è uguale a questa della Medea, tranne che per il primo verso degli ultimi cinque : " pollai; morfai; tw'n daimonivwn" (Alcesti , v. 1159; Andromaca, v. 1284; Elena, v. 1688; Baccanti, v. 1388), molte sono le forme della divinità". L'Ippolito si conclude con la constatazione, da parte della Corifea che su Trezene è caduto un dolore comune, ajevlptw~ (v. 1463) che provocherà un fluire continuo di lacrime.
Aristofane nella Lisistrata echeggia questo locus: “ h\ povll j a[elpt j e[nestin ejn tw'/ makrw'/ bivw/ " (v. 256) davvero in una lunga vita ci sono molte cose impreviste.
Pensate a certe cadute con effetto domino: la caduta del muro di Berlino, dell’Unione sovietica, della DC, di Craxi et cetera. Anche nella nostra breve vita mortale abbiano assistito a eventi imprevisti: amore, odio, successi e insuccessi.
Ione si rivolge alla tuvch (Ione, 1514) che, capricciosa com’è, rovescia le sorti di innumerevoli mortali cacciandoli nella sventura, poi viceversa nel benessere. Ero giunto al limite di ammazzare madre mia da sempre agognata, dice non senza un lamento: feu`- 1515-.
Ieri sera ho visto qui a Pesaro l’Otello di Rossini con una splendida Eleonora Buratto nel ruolo di Desdemona, la sventurata (dusdaivmwn).
Come si sa qui è la gelosia immotivata di Otello, i pregiudizi razziali del padre di lei e la malvagità di Iago che rovesciano il pra`xai kalw`~ dei due amanti innamorati nel loro dustuch`sai (Ione, 1513).
La favola educativa insegna dunque a non dispezzare gli Africani, a eliminare le “furie ultrici” (Otello di Francesco Berio di Salsa-II, 6-della gelosia, il mostro dagli occhi verdi che si fa beffe del cibo di cui si pasce: "the green-eyed monster, which doth mock/ the meat it feeds on " (Shakespeare, Otello , III, 3) e a non credere alle malignità interessate dei falsi amici calunniatori delle nostre amanti.
Vi consiglio di non perdere quest’opera.
Pesaro 15 agosto che non è il culmine dell’estate ma la sua morte, nemmeno tranquilla dato l’atunno e l’inverno che ci attendono. Eppure la primavera non è tanto lontana. Speriamo di esserci ancora. Non si sa “polla; d j ajevlpw~ kraivnousi qeoiv” (Euripide, Medea, 1416- Ore 10, 5
giovanni ghiselli
p. s
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