Un commento su chi non sa parlare o perché è appena nato oppure perché è idiota o malato.
La parola nhvpio" significa sia “infante” sia “stolto”[1]. Essa è costituita dal prefisso negativo nh-(simile ad aj-privativo)+ la radice ejp- sulla quale si forma e[po", "parola": dunque corrisponde al latino infans (formato dal prefisso negativo in- +fans di fari =parlare). Chi non è capace di parlare è appunto l’infante o lo stupido. Chi non sa parlare è tentato di esprimersi con la violenza. Nhvpioi sono i compagni di Odisseo i quali, per la loro stupida presunzione, divorarono i buoi del Sole quindi morirono (Odissea, 1, 8-10).
Mevga nhvpio~ è l'attardato bambino pargoleggiante (ajtavllwn) dell’età d’argento: tali tipi umani rimanevano cento anni in casa con la madre solerte, poi, quando ne uscivano, vivevano per un tempo meschino, soffrendo dolori per la loro stupidità: poiché non potevano astenersi da un’insolente prepotenza reciproca[2] (Esiodo, Opere e giorni, vv 130-135).
Invero l'uso egregio della parola è il sapere più alto, il sapere che avvalora tutti gli altri, e questi, senza tale sapienza suprema, equivalgono agli zero non preceduti da un numero:"il molto sapere è un grave male, per chiunque non sia padrone/della lingua (polui>dreivh calepo;n kakovn, o{sti" ajkartei' -glwvssh"): è proprio come per un bambino avere un coltello"[3]. Si può pensare agli eruditi che non sanno parlare, oppure ai relatori, politici, professori, gran dottori che leggono anche le virgole di fogli scritti, forse nemmeno da loro.
Pesaro 13 agosto 2022 ore 9, 22
giovanni ghiselli
p. s
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