Anche quelli morti più di un secolo fa?
Per i Greci il nemico non era necessariamente cattivo.
“Il troiano e il greco sono in Omero entrambi buoni. Non colui che ci reca danno, bensì colui che è spregevole, è considerato cattivo”[1].
Il fatto di riferire il punto di vista del nemico, o di raccontarne le gesta senza infamarlo, è presente nell’opera di Erodoto, il quale indicava sia gli Elleni sia i barbari quali agonisti della grande guerra e autori delle opere grandi e meravigliose.
Il suo racconto vuole dare visibilità e gloria tanto ai vincitori quanto ai vinti.
Plutarco nel De Herodoti malignitate, Peri; th`~ JHrodovtou kakohqeiva~ ( 857a) accusa lo storiografo di essere filobavrbaro".
Questo non significa che fosse “miselleno”.
L’obiettività degli storiografi greci e latini viene chiamata "epica" da Santo Mazzarino, in quanto già Omero raccontava le gesta eroiche non solo dei Greci ma anche dei Troiani. Più difficile e rara, secondo lo storico, è l’obiettività verso il nemico interno, il nemico di classe.
Tucidide ateniese è obiettivo con gli Spartani ma non con il demagogo Cleone; Tacito è obiettivo con il capo caledone ribelle Calgaco ma non con gli imperatori opposti al senato.
L’obiettività sparisce del tutto nel V secolo d. C. con la storiografia cristiana di Paolo Orosio: si consideri il titolo programmatico delle sue Historiae adversus paganos , in sette libri che abbracciano la storia dell’umanità dalle origini al 417 d. C.
Ebbene io credo che si possa essere parziali e , quindi, parteggiare per l’uno o per l’altro, ma non addossare villanamente, razzisticamente tutto il male all’intero “popolo nemico”. Nel dopoguerra uscivano film con un forte razzismo antitedesco: ogni cittadino della Germania era mostrato come un criminale. Poi alle elementari e alle medie si aggiungeva il razzismo antiaustriaco nel racconto del Risorgimento italiano.
E’ seguito l’odio antisovietico e antirusso, poi quello antiarabo, antiiraniano, e ora di nuovo antirusso. I popoli nemici cittadini degli “Stati canaglia” sono i capri espiatòri cui i cittadini di altri Stati devono attribuire le malefatte e le vessazioni subite dai propri governi. Ora per esempio la colpa delle restrizioni e dei disagi che sono dietro l’angolo viene attribuita a Putin, ai Russi, perfino alla povera Dasha Cugina e a Dostoevskij.
Pesaro 24 agosto 2022 giovanni ghiselli
p. s.
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