La mia corsa negli anni 80. Non ho mai smesso |
L’estetica di Callimaco da applicare al nostro corpo
Dobbiamo applicare ai nostri corpi l'estetica di Callimaco il quale racconta:
“E infatti quando per la prima volta misi la tavoletta sulle mie ginocchia, mi disse Apollo Licio:
"bisogna, poeta, la vittima nutrire il più possibile grassa (to; me;n quvo~ o{tti pavciston), ma la Musa, o caro, deve essere fine (th;n Mou'san… leptalevhn, la Musa sottile ( Mou'san… leptalevhn, Aitia , fr. 1 Pfeiffer, v. 24)
Nelle Rane di Aristofane il personaggio Euripide si vanta di avere prima di tutto reso snella l'enfatica poesia di Eschilo ( i[scnana me;n prwvtiston aujthvn ) e di averle tolto gravezza con parolette e rigiri (kai; to; bavro" ajfei'lon-ejpullivoi" kai; peripavtoi", Rane, vv. 941-942).
Noi dobbiamo pesarci ogni giorno avendo in mente il numero di chili che comporta il massimo della potenza, quindi del benessere fisico e mentale. Appena superiamo di un solo chilogrammo questo peso ideale dobbiamo inorridire: è un passo sulla strada dell’indebolimento, dei morbi, della scorpacciata dei vermi nella tomba. Quindi non toccare cibo per diverse ore e correre, correre, correre ancora (i rigiri - perivpatoi - di Euripide) , finché non avremo ripristinato snellezza totale e potenza piena.
Morremo lo stesso, per carità ma dignitosamente, anzi nella bellezza. Soprattutto se morremo correndo o scalando salite impervie con la bici, mentre in ogni muscolo freme ancora, per l’ultima volta, una vita inimitabile. Allora spariremo, quale ombra labile, nell’ultimo lume del crepuscolo.
Pesaro 30 agosto 2022 ore 9, 59
p. s.
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