Non c’è tecnica che possa sopperire all’assenza del genio. Ora si punta tutto sulla tecnica e si raccolgono sconfitte, disastri, catastrofi.
Il Prometeo di Eschilo si vanta di essere il padre delle tevcnai[1], ma sa che la conoscenza pratica è molto più debole della necessità: “ tevcnh d j ajnavgkh" ajsqenestevra makrw'/ (Eschilo, Prometeo incatenato, v. 514).
Il genio è assolutamente necessario per giungere all’eccellenza e all’eminenza.
Non c’è tecnica che ti insegni a capire, a tradurre bene un autore greco se non hai intuizione, buon gusto e una visione d’insieme che non sono fatti tecnici. Il docente privo di genio, pure se ha studiato molto, rimane alle farragini, presenta gli argomenti in modo prolisso, noioso, perfino confuso. Quello geniale coglie le quintessenze, e le presenta in modo sintetico, chiaro e affascinante. L’amante geniale attira la donna non stupida, e che può scegliere, con la rara capacità di fare centro con poche parole. Credo che anche il medico bravo sia dotato di intuizione geniale oltre che di competenze tecniche e scientifiche. Queste da sole non bastano. L’ajnavgkh che è molto più forte delle tevcnai, è costituita dall’intuizione del genio.
Concludo con un esempio tratto dallo sport. Quello che sapeva fare con la palla il genio di Maratona non è imparabile nemmeno con cento anni di allenamento, esercizi e prove
Pesaro 24 agosto 2022 ore 20, 56
giovanni ghiselli
p. s
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[1] “pa'sai tevcnai brotoi'sin ejk Promhqevw~ (v. 506), tutte le tecniche ai mortali derivano da Prometeo.
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