Negli anni dell’apprendistato scolastico io e i miei coetanei abbiamo frequentato una scuola che non informava molto però ci avvertiva che quanti non studiavano non andavano avanti se non in istituti privati che che vendevano diplomi scredidatissimi. Allora una certa meritocrazia esisteva e la scuola funzionava anche come ascensore sociale. Certo, non dava molta cultura, ma avviava sulla strada della disciplina, costringendoti al metodo della serietà nello studio, sia pure prevalentemente mnemonico.
Poi c’è stato il 1968, il movimento degli studenti che ha rivoluzionato il costume. Questo ha creato paura nel potere che per un poco ha lasciato fare, poi ha reagito in vari modi. In questo contesto segnalo e indico la reazione impressa alla scuola che è stata un poco alla volta indebolita, degradata e infine annientata.
Un esempio tratto dalle mie discipline: l’esame di maturità che affrontai nel 1963 richiedeva traduzioni dal greco all’italiano, dal latino all’italiano, dall’italiano al latino, come prove scritte di lingue classiche, e come esame orale di greco la traduzione delle intere Troiane di Euripide (1332 versi ad apertura del testo). La maturità era una vera prova di iniziazione molto selettiva. In quarta ginnasio al Terenzio Mamiani di Pesaro eravamo trenta e il terza liceo ci diplomammo in nove. Non ve la fecero figli di notai, dirigenti di grosse aziende e altri potenti della cittadina. Poi andarono a Poggio Mirteto per diplomarsi.
La maturità del Mamiani però ci apriva le porte di tutte le facoltà di ogni città e ci garantiva l’incarico a tempo indeterminato appena laureati. Mi laureai nel marzo del 1969. Feci alcune supplenze in primavera qui a Pesaro e in ottobre ebbi appunto l’incarico a tempo indeterminato a Carmignano di Brenta in provincia di Padova prima che avessi compiuto 25 anni. Portavo nella Vandea veneta i verba e le idèe del 1968 bolognese. Venni minacciato dal preside che voleva cacciarmi ma non poteva.
Però altri come lui si sono dati da fare pe annientare la scuola perché gli insegnanti come me, e allora eravamo tanti, dicevano che Valpreda era innocente e la strage, quella di Milano del 13 dicembre e le successive erano stragi di Stato. Sicché bisognava prima spaventare i reduci dal ’68 oppure cooptarli nei posti del potere stesso, poi annientare la disciplina e la serietà scolastica. Nelle ultime maturità cui ho assistito non veniva bocciato nemmeno chi non conosceva l’alfabeto greco. In compenso questo diploma non vale più niente, come tante laurèe in diverse università oramai.
Cavour dopo i moti popolare del 1948 diplomatizzò il Risorgimento portato avanti da Garibaldi con il beneplacito del re del Piemonte, poi dall’esercito sabaudo pur soccombente e infine dall’inutile strage della I guerra mondiale.
I governi dei democristiani con le loro ruote di scorta, dai socialdemocratici ai missini, dopo la grande paura del 1968 hanno tolto ogni capacità qualificante alla scuola. I tentativi di resistenza a questo sfacelo sono stati repressi con violenza sanguinaria.
Pesaro
10 agosto 1968 ore 0, 16 giovanni ghiselli
p. s
forse c’è qualche svista: è tardi e sono stanco ma ho avuto una illuminazione dopo avere ripensato alle parole di Canfora che non risalgono abbastanza alle cause, e ho voluto parteciparvela. Ora mi basta
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