Ione chiede se il canestro che si trova tra le braccia di Creusa è vuoto- keno;n tovd j a[ggo~ o se contiene un carico- plhvrwmav ti 1412. Sospetta che sia carico di inganni.
“Ci sono gli indumenti con i quali ti ho esposto allora” risponde la madre 1413
Il figlio la mette alla prova: descrivili senza guardarli.
La madre raccoglie la sfida: se non sono in grado di farlo, accetto di morire
Ione nota che ha qualcosa di inquietante l’ardimento della donna- wJ~ e[cei ti deino;n h{ ge tovlma sou- 1416.
Donne di Euripide: l’ardire e l’osare accostano Creusa dello Ione a Medea: nel quinto episodio questa donna, combattuta tra la compassione materna e l'odio per l'amore tradito da Giasone, e anche straziata dalla sofferenza per l'amor proprio offeso, si domanda:"Kaivtoi tiv pavscw; bouvlomai gevlwt j ojflei'n-ejcqrou;" meqei'sa ajzhmivou";-tolmhtevon tavd j" (Medea, vv. 1049-1051), ma che cosa mi succede? voglio dare motivo di scherno ai miei nemici lasciandoli impuniti? Bisogna osare questo.
Non è da meno Clitennestra: nelle Coefore di Eschilo, Elettra, per esecrare la madre assassina, ne mette in rilievo l'audacia illimitata e la apostrofa chiamandola appunto:"pavntolme ma'ter" (v. 430), madre che tutto osa.
Creusa descrive i ricami sulla stoffa che ha tessuto lei stessa quando ragazza.
Mel mezzo c’è una Gorgone 1421
Ione comincia a vacillare e dubitare delle sue convinzioni, della sua nascita, di sé: “w\ Zeu` , tiv~ hJma`~ ejkkunhgetei` povtmo~ 1422, o Zeus quale destino ci dà la caccia?
Viene in mente Edipo di Sofocle quando dice:"O Zeus, che cosa vuoi fare di me?" (Edipo re, v. 738)
Quindi Creusa descrive a memoria un ciondolo da mattere al collo del neonato, poi una corona d’olivo che non deve avere perso il suo verde poiché è germoglio di una pianta imperitura, la prima nata sull’Acropoli sacra ad Atena.
Cfr. La sera fiesolana di D’Annunzio
“e su gli olivi, su i fratelli olivi
che fan di santità pallidi i clivi
e sorridenti”. A Bologna mi mancano ma qui sulla terra avita di Montegridolfo li posso accarezzare ringraziando la nonna Margherita Scattolari e sua figlia, la zia Giulia Martelli che me ne hanno fatto dono una dopo l’altra.
Ione si è infine convinto che Creusa sia la filtavth moi mh`ter 1437, la sua madre adorata, e fa cadere con gioia con il proprio viso su quello di lei.
Sono gesti affettuosi che talora noi vecchi sogniamo di compiere, pentiti di averli lesinati da giovani con sordida avarizia. Mi è accaduto proprio questa notte.
La madre arriva a chiedere perdono al sole per avere preposto la luce del figlio a quella del dio che è anzi il primo degli dèi. “w\ tevknon, w\ fw`~ mhtri; krei`sson hjlivou- suggnwvsetai ga;r oJ qeov~ 1439-1440, o figlio, o luce per la madre più forte del sole, mi perdonerà di fatto il dio.
Nell' Edipo re il sole è" pavntwn qew'n provmo"" (660), il primo fra tutti gli dei secondo il coro, e "th;n..pavnta bovskousan flovga"(v. 1425), la fiamma che nutre la vita, come lo chiama Creonte.
Personalmente ho sempre adorato l’eroica e benefica luce del sole e non ho mai esitato a manifestare la mia imperitura riconoscenza a un dio tanto bello e buono.
Creusa seguita dicendo al figlio che lo credeva morto e Ione conferma che era morto ma ora è rinato tra le braccia della mamma sua.
Ogni volta che una donna ci ama noi risorgiamo dalle nostre ceneri.
Pesaro 13 agosto 2022 ore 18, 58
Il treno è in ritardo e io non potevo rimanere inattivo dopo la spesa.
Sarebbe stata u{bri~. Sicché mi ha preso la “voglia di fare”, una duplice “voglia di fare”. Una voglia di fare matta eppure più saggia della saggezza degi benpensanti obesi somatici e mentali.
Ora ho tempo anche per un poco di sport.
A domani
gianni
p.s
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