Nel quotidiano “la Repubblica” di ieri, 15 agosto 2022 c’ è un articolo di tal Andrea Gavosto sulla Scuola.
È intitolato
Lo stipendio dell’insegnante, un argomento discusso molte volte da noi insegnanti, quasi tutti.
L’articolo rivela a chi non lo conoscesse un dato già noto: i docenti italiani son pagati poco, comunque meno di gran parte dei loro colleghi europei. Talmente poco, aggiungo, che l’insegnamento è consigliabile a chi ha delle proprietà familiari, se vuole fare una vita dignitosa socialmente e culturalmente. Oppure avere una moglie con un discreto stipendio se vuole financo mettere al mondo dei figli.
Altrimenti c’è la povertà se non addirittura la miseria.
Quindi concordo sul fatto che i poveri in generale vadano pagati meglio.
Per fare questo però, bisogna tassare di più i ricchi e tale rimedio è stato taciuto, data la tendenza politica del giornale padronale. Tendenza tutt’altro che signorile.
Oltre questa reticenza trovo criticabile un’ affermazione di Gavosto che cito: “Questa logica di dare poco e chiedere poco va ribaltata. I nostri insegnanti dovrebbero ricevere salari europei e lavorare secondo orari europei: trascorrendo più ore a scuola”.
Ebbene io invece credo che le tante ore trascorse a scuola oltre quelle dell’insegnamento abbassino la quantità e la qualità della preparazione dei docenti. Questa si fa e si accresce con lo studio individuale di molte ore ogni giorno e non certo con il rimanere nei vari consigli di classe o di istituto a chiacchierare il più delle volte di niente.
Tale spreco di tempo avviene più spesso e più frequentemente negli istituti scadenti dove vanno ragazzi le cui famiglie, modeste, non hanno il potere di esigere docenti preparati.
Ripeto che la preparazione del docente bravo è fatta soprattutto di parecchie ore giornaliere di studio fatto a casa o in biblioteca.
Per dieci anni ho insegnato nella SSIS. Era una buona cosa perché dei docenti esperti dovevano dare indicazioni di metodo didattico ai giovani laureati. In ogni attività un principiante ha bisogno di indicazioni e suggerimenti da parte dei colleghi che avevano iniziato prima e si sono rivelati capaci di lavorare bene.
Ma dopo un periodo di formazione suggerita da altri, il giovane docente deve avere il tempo di formarsi con la teoria e la pratica personale di quanto ha bisogno di imparare. Personalmente ho insegnato greco e latino: le due lingue prima, poi anche le due letterature con metodo comparativo.
Vi assicuro che per diventare un docente decente, secondo alcuni-bontà loro- anche bravo, o addirittura maestro, ho dovuto passare molte ore ogni giorno a leggere, studiare e imparare per fare delle sintesi e dare delle visioni d’insieme ai miei studenti. Se non lo avessi fatto, recandomi per diversi pomeriggi a scuola e dando ripetizioni private in altre ore, non avrei avuto niente di buono da dare ai miei studenti, ascoltatori e lettori.
Quanti mi conoscono e leggono queste righe sono pregati di commentarle con il loro parere.
Pesaro 16 agosto 2022 ore 17, 25
giovanni ghiselli
p. s
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