NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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venerdì 19 agosto 2022

Unione Popolare. Il pubblico deve prevalere sul privato.

IL PROGRAMMA DI UNIONE POPOLARE

Primo capitolo

Ricompensare e rispettare il lavoro

 

Proposte 5-6

 

 

5. Restituzione del collocamento al lavoro al settore pubblico e riduzione del ruolo delle agenzie private.

 

 

6. Piano di assunzioni da 1 milione di persone nel pubblico impiego per avvicinarsi alla media europea di impiegati pubblici per abitante, con un impegno particolare in scuola e sanità per

ridurre le attese per cure ed esami e l’affollamento nelle classi.

 

Commento

Ho sempre creduto che il pubblico, il bene pubblico debba avere  la precedenza sul privato. Ho spesso associato il privato all’egoismo, al capitalismo e alla destra politica.

 

Seneca afferma la naturalezza e la necessità dell'aiuto  reciproco nell'Epistola 95:"natura nos cognatos edidit, cum ex isdem et in eădem gigneret; haec nobis amorem indidit mutuum et sociabiles fecit. Illa aequum iustumque composuit; ex illius constitutione miserius est nocēre quam laedi, ex illius imperio paratae sint iuvandis manus. Ille versus et in pectore et in ore sit:

homo sum, humani nihil a me alienum puto[1].

Ita habeamus: in commune nati sumus. Societas nostra lapidum fornicationi simillima est, quae, casura nisi in vicem obstarent, hoc ipso sustinetur" ( 95, 52, 53), la natura ci ha messi alla luce legati da parentela, poiché ci ha fatto nascere dai medesimi elementi e per i medesimi scopi; questa ci ha messo dentro un amore reciproco e ci ha reso socievoli. Essa ha disposto l'equità e la giustizia; secondo il suo ordinamento è più deplorevole recare danno che riceverlo[2], in conseguenza dei suoi ordini le mani siano pronte per quelli che hanno bisogno di aiuto. Ci stia sempre nel cuore e in bocca quel verso famoso:

sono uomo, e non mi sento  ostile a nulla di umano.

Facciamo questa considerazione: siamo nati per metterci a disposizione. La nostra società è molto simile a una volta di pietre che, destinata a cadere se non se lo impedissero a vicenda, proprio da questo fatto è tenuta in piedi.

Ma la ricerca della voluptas ha capovolto questo fatto naturale:"Homo, sacra res homini, iam per lusum ac iocum occiditur" (95, 33), l'uomo, cosa sacra per l'uomo, oramai viene ucciso per gioco e per scherzo.

  

 L'Antigone di Brecht afferma come quella sofoclèa di vivere per l'amore, non per l'odio, e al tiranno, che l'accusa di non vedere "il divino ordinamento dello Stato", ribatte:"Sarà divino, ma lo vorrei piuttosto/umano, figlio di Meneceo, Creonte".

 

Marco Aurelio, imperatore (161-180 d. C.)  e filosofo, scrive (A se stesso , II, 1): noi siamo nati per darci aiuto reciproco ("pro;" sunergivan"), come i piedi, le mani, le palpebre, come le due file dei denti. Dunque l'agire  uno a danno dell'altro è cosa contro natura ("to; ou\n ajntipravssein ajllhvloi" para; fuvsin").

Marco Aurelio sa che il potere kravto" non è potenza duvnami" e dice a se stesso: “ bada a non cesarizzarti: “ o{ra mh; ajpokaisarwqh'/" " ( A se stesso,  VI, 30).

Una simile dichiarazione di umanesimo, quale interesse per l'uomo e disponibilità ad ascoltarlo, leggiamo nel  più    famoso verso di Terenzio:"  :"Homo sum: humani nil a me alienum puto "[3].

E’ quanto risponde Cremete a Menedemo che gli ha chiesto se abbia tanto tempo libero da prendersi cura di guai non suoi.

Questa idea dell'humanitas  del circolo scipionico è stata e sarà ripresa nei secoli dei secoli : in Devotions upon Emergent Occasion di  John Donne (1572-1631), per esempio,  leggiamo:" Nessun uomo è un'isola conclusa in sé; ogni uomo è una parte del Continente, una parte del tutto. Se il mare spazza via una zolla, l'Europa ne è diminuita, come ne fosse stato spazzato via un promontorio (…) la morte di qualsiasi uomo mi diminuisce, perché io appartengo all'umanità, e quindi non mandare mai a chiedere per chi suona la campana ("for whom the bell tolls "[4] ): suona per te.

 

"La comprensione permette di considerare l'altro non solo come ego alter, un altro individuo soggetto, ma come alter ego, un altro me stesso con cui comunico, simpatizzo, sono in comunione. Il principio di comunicazione è dunque incluso nel principio d'identità e si manifesta nel principio di inclusione"[5].

Insomma: ama il prossimo tuo perché è te stesso.

 

Non ho messo al mondo dei figli miei perché ho sempre considerato miei figli tutti i miei allievi e non ho voluto sottrarre tempo ed energie a questi che stavano attenti a quello che raccontavo e a loro volta mi curavano l’anima come facevano i bambini che ascoltavano Myskin, l’idiota di Dostoevskij. Più di una volta sono stato assimilato a questo personaggio e ne sono sempre stato molto fiero.

 

Pesaro 19 agosto 2022 ore 21, 12

giovanni ghiselli

p. s

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[1]Terenzio,  Heautontimorumenos, v. 77.  Lo dice il vecchio Cremete al vecchio Menedemo, il punitore di se stesso

[2] Socrate nel Gorgia indica dikaiosuvnh e swfrosuvnh, giustizia e temperanza, come i bersagli cui deve mirare l'uomo buono che vuole essere felice, non permettendo che le passioni divengano sfrenate (507d-e). E tra commettere ingiustizia e subirla il male minore è subirla (mei'zon mevn famen kako;n to; ajdikei'n, e[latton de; to; ajdikei'sqai, 509c).

[3]Heautontimorumenos  ,77.

[4] E', notoriamente, il titolo di un romanzo di  Hemingway, 1940

[5] E. Morin, op. cit., p. 132.

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